L'operazione ControVento
Casaleggio e Dibba pronti alla scissione, ma i grillini minacciano di portarli in tribunale

MoVimento, ControVento. L’assonanza è voluta, e per le rime se le dicono davvero. I Cinque Stelle divorziano da Davide Casaleggio e dalla sua Rousseau e quello, per tutta risposta, si fa il suo partito. Peggio: il suo Movimento. E si porta via Rousseau, con il controllo della banca dati degli iscritti. Come tutti i divorzi in grande stile, la querelle rischia di sfociare in una battaglia legale per mettere le mani sul ‘tesoretto’ dei 150mila iscritti, suddivisi per città e attentamente profilati secondo i parametri che Casaleggio Associati ha impostato. Dopo lo strappo del patron di Rousseau, che giovedì ha annunciato la presentazione del suo manifesto “ControVento”, lo stato maggiore grillino ragiona sulle prossime mosse.
E nell’ambito della rifondazione del M5s – a cui Giuseppe Conte sta lavorando su “mandato” di Beppe Grillo – considera fondamentali i dati degli iscritti, rivendicandone la titolarità. Autorevoli fonti pentastellate, denunciano il fatto che «il M5s non ha la disponibilità dei dati degli iscritti» e «che nella definizione del rapporto con Rousseau questo è un argomento dirimente». «Se non si ricompone la frattura tra Movimento 5 Stelle e Associazione Rousseau», il M5S «sarà costretto a trovare un altro fornitore di piattaforma per gli strumenti di partecipazione e democrazia diretta» e «si riprenderà i dati che Rousseau tratta»: ove questo non dovesse accadere, promettono le stesse fonti, «adiremo le vie legali».
I tamburi di guerra preannunciano le ostilità. Casaleggio gonfia il petto: «Non è più tempo di accontentarsi. Non è più tempo di limitare l’immaginazione. Non è più tempo di tenere i sogni a terra. Non è più tempo di avere sogni moderati. È tempo di confronto, di idee ribelli, di sogni che non siano bollati di utopia da chi non ha capacità, voglia o coraggio di realizzarli». Rousseau sfida il Blog delle Stelle. Risponde Beppe Grillo, che sul proprio sito presenta il ‘suo’ manifesto, dal titolo: “La rivoluzione Mite del M5S”. L’iniziativa di Casaleggio coglie di sorpresa i vertici pentastellati, che parlano di “vero e proprio blitz” da parte del cofondatore del Movimento. Nelle chat dei parlamentari scoppia la rivolta: “Basta, cancelliamo l’iscrizione dalla piattaforma”, “questa volta hanno passato il segno”, si sfogano alcuni eletti. La sfida ora riguarda il controllo del “tesoretto” rappresentato dai dati degli iscritti, finora custodito da Casaleggio.
«Se Rousseau vuole il suo ecosistema è ovviamente libero di farselo aprendo la campagna iscrizioni alla sua Associazione e dando vita al suo progetto, qualunque esso sia, senza più attingere a sua totale discrezione a risorse e iscritti del Movimento 5 Stelle», dice Roberta Lombardi, componente del Comitato di garanzia 5 Stelle da tempo in rotta di collisione con Casaleggio. «Mi pare chiaro che l’Associazione Rousseau abbia deciso di spiegare le vele e andare per conto suo. Buona fortuna!», commenta su Twitter Sergio Battelli, presidente della Commissione Politiche Ue della Camera, mentre la collega Federica Dieni prende atto «che Rousseau è diventato un partito con un proprio manifesto anche se avrebbe dovuto essere uno strumento del M5s finanziato da noi eletti. Credo che il nostro percorso insieme sia ufficialmente finito qui». Il 10 marzo si capirà meglio. ControVento si candida a essere un partito nuovo, succedaneo più anti-sistema del Movimento. Sembra essere l’embrione di quel soggetto che qualcuno, come Marco Canestrari, andava predicendo da tempo.
Il web developer che oggi vive a Londra aveva lavorato tre anni in Casaleggio Associati, prima di rompere i rapporti. Ha scritto Il Sistema Casaleggio e Supernova, insieme con Nicola Biondo. È lui che confida al Riformista il disegno che sta dietro a ControVento. «Casaleggio sta ripercorrendo le orme del padre. Fonda un partito, o meglio un movimento contro il Movimento, forte del database degli iscritti, che non vuol dire poterlo usare, ma anche solo detenerlo significa esercitare un diritto di proprietà, di egemonia dei dati. Come Associazione Rousseau, Casaleggio ha il diritto di comunicare con queste persone iscritte. E può chiedere loro di iscriversi, eventualmente, a una realtà diversa», ci spiega Canestrari. Che prosegue: «Altra cosa che ha Casaleggio: il know how. Lui sa come organizzare un partito, della macchina se ne è sempre occupato lui. Volutamente: perché con un partito rimasto ancorato al suo cuore digitale, privo di sedi, di responsabili locali, tutto è rimasto accentrato nelle sue mani. Oggi la sua creatura può partire in quarta».
Se la battaglia legale sul marchio del Movimento Cinque Stelle, su cui l’ultima parola sembra averla Grillo, vedrà soccombere Casaleggio, poco male, dunque. ControVento riparte dal sogno di Gianroberto, il padre, il guru. Uno che aveva una visione, giusta o sbagliata. Canestrari non è d’accordo. «Più che visione, Gianroberto aveva la capacità di manipolare le persone attraverso gli strumenti della Rete, ed è quello che sta continuando a fare suo figlio. È stato bravo a intravedere come utilizzare questi strumenti per catalizzare consenso in Rete, ma non confonderei questo con una grande visione politica».
E adesso Davide Casaleggio prova a ripetere l’esperimento? «Sì, sa come farlo, ha l’esperienza e gli strumenti giusti. E parte da posizioni di forza, rispetto al padre. Gianroberto si è mosso con Beppe Grillo che era più ostico, più duro da plasmare. Davide si muoverà con maggior facilità e sa di poter contare su una ottima base di partenza in termini numerici ma anche di persone. Ha un leader pronto, Alessandro Di Battista. E truppe cammellate, a partire da Toninelli e Lezzi, e vedrai quanti altri». Su Alessandro Di Battista fedele di Casaleggio non ci sono dubbi? «Non ci sono dubbi perché è un prodotto di Casaleggio Associati. E poi è un incastro perfettamente funzionale, a Di Battista serve un Casaleggio e a Casaleggio urge un Di Battista». Per chi fa politica navigando in Rete, fa sempre figo dirsi controvento.
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