Il programma
Che cos’è Covax e come funziona, il piano Oms e Ue per distribuire i vaccini nei Paesi poveri

Il programma internazionale COVAX è stato intrapreso con l’obiettivo di fornire in tutto il mondo, e in particolare ai Paesi poveri, un uguale accesso ai vaccini anti-covid. COVAX sta per Covid-19 Vaccine Global Access. È un pool di acquisti globale costituito nel giugno 2020. Alla guida l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) insieme con il Cepi (Coalizione Internazionale per le innovazioni in materia di preparazione alla lotta contro le epidemie) e la Gavi Alliance (partnership globale tra soggetti pubblici e privati a tutela della salute dei bambini, con particolari attenzioni per i bambini).
Al programma hanno aderito in tutto 190 Paesi. Si tratta di uno dei tre pilatri dell’intesa Access to Covid-19 Tools (CT) istituito nell’aprile 2020 da Oms e Unione Europea. L’obiettivo è di immunizzare il 20% della popolazione più a rischio – a basso reddito, e quindi in condizioni di disagio economico e sociale. Il proposito è quello di garantire un accesso giusto ed equo ai vaccini a tutti i Paesi. Quelli più ricchi contribuiscono finanziariamente ricevendo una parte dei preparati acquistati, quelli più poveri vi accedono dunque gratuitamente.
Il pool ha raggiunto accordi con diverse società farmaceutiche come Pfizer-BioNTech, AstraZeneca, Novovax e Sanofi/GlaxoSmithKline per accedere a oltre due miliardi di fiale, delle quali 1,3 miliardi dovranno essere distribuite ai paesi più poveri. Secondo Worldometers la popolazione della Terra supera i 7 miliardi e 800 milioni di persone. La distribuzione avviene equamente tra gli Stati partecipanti, in proporzione alla popolazione coinvolta. La priorità va agli operatori sanitari e alle fasce di popolazione più a rischio.
Il primo Paese al mondo a ricevere un lotto COVAX è stato il Ghana, lo scorso 24 febbraio: 600 mila dosi dal produttore di AstraZeneca in India. “L’unico modo per uscire da questa crisi è assicurare che le vaccinazioni siano disponibili per tutti. Ringraziamo tutti i partner che stanno sostenendo la ‘Covax Facility’ per fornire vaccini contro il COVID-19 sicuri ed efficaci a tutti i paesi in modo rapido ed equo”, hanno dichiarato in quell’occasione la rappresentante dell’UNICEF in Ghana Anne-Claire Dufay e il rappresentante dell’Oms in Ghana Francis Kasolo.
IL CASO ANAGNI – In uno stabilimento della Catalent di Anagni i Nas hanno trovato 29 milioni di dosi del vaccino AstraZeneca. L’ispezione dopo l’informativa del Presidente del Consiglio Mario Draghi al ministro della Salute Roberto Speranza che ha disposto l’ispezione. La richiesta del controllo era stata avviata sabato dal commissario europeo, alla guida della task force di Bruxelles sui vaccini, Thierry Breton. I lotti risultavano destinati al Belgio. AstraZeneca ha fatto sapere che 13 milioni di dose erano destinate al programma COVAX e altri 16 all’Europa. L’azienda ha precisato che l’Ue “sostiene pienamente la fornitura di paesi a basso e medio reddito attraverso lo strumento Covax”. AstraZeneca ha specificato che le fiale sono in attesa del controllo di qualità.
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