Un infarto? No, un “decesso anomalo” sul quale è necessario “fare chiarezza“. Sulla morte di Domenico Biscardi, il “dottore” e guru No Vax trovato senza vita nella sua abitazione di San Nicola la Strada, in provincia di Caserta, nelle prime ore di mercoledì 12 gennaio, c’è chi chiede di aprire un’inchiesta.

È il caso di Bianca Laura Granato, senatrice del gruppo Misto eletta a Palazzo Madama col Movimento 5 Stelle. Granato che già nelle ore successive alla morte del presunto medico aveva pubblicato sui social network un video dalle dichiarazioni allarmanti: “Sono sconvolta del decesso del dottore Biscardi, tutti coloro che si oppongono a questi farmaci e che parlano con un minimo di cognizione di causa poi… lui era pronto a fare una denuncia alla Corte Europea, adesso giovanissimo lo trovano morto in casa. Qualcuno crede ancora a queste coincidenze? Io francamente no“.

Alle parole sono seguite i fatti, con la presentazione di una denuncia alla stazione dei carabinieri di Roma “Piazza Farnese”. Peccato che la stessa senatrice ex grillina sbagli poi la ‘localizzazione’. Nel suo posto su Facebook la Granato scrive infatti di aver presentato denuncia “che verrà inoltrata alla competente Procura di Napoli Nord“, mentre in realtà la competenza territoriale su San Nicola la Strada spetti in realtà alla Procura di Santa Maria Capua Vetere.

Chi era Biscardi

Conosciuto come “dottor” Mimmo, anche se non era iscritto ad alcun albo professionale, il 53enne Biscardi era diventato nel tempo uno dei punti di riferimento della galassia no vax con pseudo ricerche che non hanno trovato alcun riscontro nella comunità scientifica.

Biscardi si presentava come genetista e farmacologo. Nei giorni scorsi aveva pubblicato un breve video, inferiore ai due minuti, nel quale rivolgendosi a una non meglio precisata “Giulia” diceva di avere la prova definitiva, grazie a studi effettuati con uno “scienziato” di Madrid, che nell’essiccato del vaccino anticovid erano contenuti nano dispositivi di tecnologia sconosciuta (anche micro-trasmettitori). Una ‘scoperta’ che si era detto pronto a portarla alla Corte Suprema Europea per depositare una denuncia formale.

Qui finisce tutto, a fine gennaio finisce tutto, sarà una nuova Norimberga. Scoppia la guerra perché le case farmaceutiche non vorranno accettare questa cosa e dovranno pagare miliardi di euro di risarcimento. E ci saranno tanti morti. Questi qua sono l’interfaccia con il 5 G. Ci metto la faccia Giulia e se devo morire voglio morire da eroe. E’ finita Giulia, con questo abbiamo vinto. Napoli-Madrid, la vittoria di un mondo”, erano le parole di Biscardi.

Il suo nome sale alla ribalta delle cronache nazionali quando nei primi anni Duemila, spacciandosi per medico, inizia a somministrare la cura Di Bella a svariati pazienti in una clinica di Caserta fino al 2005, quando viene scoperto e arrestato per riciclaggio e associazione a delinquere.

Poi si traferisce in Africa, sull’isola di Sal, a Capoverde, dove – guadagnata la cittadinanza grazie al matrimonio con una donna locale – fonda un’associazione e continua a esercitare la professione medica e il metodo Di Bella, riuscendo persino a ingannare la giornalista Gioia Locati che nel 2012 gli fa un’intervista molto discussa in cui egli afferma di essere discepolo di Giuseppe Di Bella ed esser riuscito a curare i melanomi con lo iodopovidone. A Capoverde inizia a praticare anche le staminali, e quando nel 2014 la fondazione Di Bella si dissocia da lui, inizia a vendere una cura contro gli effetti delle scie chimiche.

Redazione

Autore