Il caso
Ennesima gaffe di Salvini, denuncia un negozio di spacciatori nigeriani ma è di un italiano

A Bibbiano è piazza contro piazza. Da una parte il leader della Lega, Matteo Salvini, che del comune di Reggio Emilia, al centro dell’inchiesta ‘Angeli e Demoni’, nata sui presunti casi di affidamenti irregolari di minori, ha fatto un appuntamento clou della campagna elettorale nella regione, dall’altra Mattia Santori e le tante altre sardine arrivate alle 19 a pochi metri di distanza.
«Siamo in piazza per lo stesso motivo per cui ci hanno invitati i cittadini: cercare di proteggere Bibbiano dalla gogna mediatica esercitata in questo ultimo anno. Purtroppo sembra prevalgano gli argomenti vuoti e chi grida allo scandalo, invece che le persone che delegano le cose da fare a chi è competente», dice Youness Warhou, rappresentate delle sardine di Reggio Emilia. «In termini di numeri – dice il leader Mattia Santori – io sono passato di là ma mi sembra che siano un migliaio forse, qui saremo 4 o 5 mila, ci sono tante macchine che stanno arrivando. E al di là dei numeri questa è la presentazione che si fa di una comunità.
Questa è una comunità che ci ha chiesto aiuto per ‘’raccontare un altro tipo di Bibbiano». Alle Sardine è stata assegnata piazza Libero Grassi, che già un paio d’ore prima dell’inizio del flash mob era piena in attesa dei quattro fondatori del movimento. A 200 metri di distanza sul palco leghista, sormontato dalla scritta “Giù le mani dai bambini” e da un manifesto che recita “Comunisti ladri di bambini” Matteo Salvini. Sul palco leghista anche la mamma di Tommy, il bambino di poco più di un anno, rapito e ucciso nel 2006. Fatto di cronaca di cui si torna a parlare per il permesso premio dato a uno dei carcerieri in queste ore. «Stasera siamo qui anche per dare voce a chi non c’è più», dice Salvini dal palco sottolineando: «Stasera vuole essere una serata per unire».
L’empito alla concordia nazionale è però per Salvini una conquista serale. Poche ore prima di arrivare a Bibbiano, reduce dall’avventurosa ronda via social contro una famiglia tunisina accusata di spacciare che è costata una crisi diplomatica con il Paese nordafricano, il leader leghista bissa il nuovo format della Bestia: la gogna a domicilio. Stavolta a Modena, sotto i portici di via Crispi, dove i cittadini che lo accompagnano gli indicano un negozio di spacciatori. Ovviamente stranieri. «Sono nigeriani», dicono a Salvini. Che userebbero lo shop come base di appoggio. Peccato però che il negozio è gestito da un 46enne italiano.
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