Il dettaglio che stringe il cuore in questa terribile tragedia lo rivela lo zio di Daniel e Stefan i fratellini rumeni di 6 e 7 anni morti annegati ieri notte nelle campagne tra Manfredonia e Zapponeta in località Fonterosa. “I bambini spesso giocavano con le rane. Potrebbero essere caduti nel vascone mentre stavano inseguendo le rane e non erano abituati a fare il bagno nella vasca. Sapevano che andare in quel posto era pericoloso e che non ci potevano andare. A volte giocavano con le rane ma sempre davanti al casolare.”

“Forse potrebbero essere caduti nel vascone mentre stavano inseguendo una rana. Sapevano che non dovevano andare nel vascone e giocavano sempre davanti al casolare. La famiglia stava dormendo mentre i bambini giocavano fuori. Ma come ho già detto giocavano sempre davanti al casolare e non si allontanavano per nessuna ragione”.

La vasca era recintata, anche se una parte della recinzione era divelta – E forse proprio da lì i due bambini potrebbero essere entrati. Il vascone ha anche un argine alto circa un metro e mezzo. “E’ stata una notte terribile – il commento del comandante provinciale dei Vigili del fuoco di Foggia Domenico De Pinto – l’allarme dei genitori alla polizia è scattato nel tardo pomeriggio. I Vigili del fuoco del distaccamento di Manfredonia sono giunti sul posto alle 21.36. Un’ora e mezza dopo sono arrivati i sommozzatori da Bari che hanno trovato i due corpi a distanza di dieci minuti l’uno dall’altro a mezzanotte circa”.

Il dettaglio delle ciabattine vicino al vascone – È questa una delle ipotesi al vaglio della polizia che sta conducendo le indagini sulla morte dei fratellini di origine romena. In particolare, questa ipotesi è collegata alla circostanza che i genitori, mentre stavano cercando i due figli, hanno trovato le loro ciabatte nei pressi del vascone, che è profondo circa tre metri. La vasca si trova tra Manfredonia e Zapponeta in località Fonterosa.

L’ Arcivescovo di Manfredonia, serve impegno per zone periferiche – “Ancora un altro dramma legato all’immigrazione e accaduto nel territorio della nostra Arcidiocesi in questo anno 2023: diventa sempre più necessaria la presa di coscienza responsabile dell’opinione pubblica e l’impegno concreto delle Istituzioni civili per trovare vie di soluzione agli enormi problemi delle zone periferiche del territorio comunale, poste nella grande pianura del Tavoliere, ove ormai con scadenze ravvicinate vediamo morire di stenti, miseria, mancata custodia di minori e mancanza di sicurezza troppe persone”.

“Serve per i fratelli e sorelle migranti – prosegue il prelato – un piano serio di accoglienza, che permetta loro di usufruire di case sicure, servizi sociali appropriati ed ambienti comuni per rendere la loro vita dignitosa e degna: sono lavoratori delle nostre terre e delle nostre imprese agricole che meritano tutte le garanzie, come qualsiasi cittadino. Ancor più i bambini, loro figli, che molto spesso sono lasciati soli per molte ore a motivo del lavoro dei genitori o per ricerca di elemosine e viveri. Ma alla emigrazione e legato anche il grave problema dell’infanzia molto spesso lasciata senza alcun controllo da parte dei genitori, impegnati nei lavori dei campi, e soprattutto privata della necessaria, insostituibile istruzione, primaria ed educativa. Non possiamo ricordarci di loro solo quando succedono disgrazie come la morte di questi due piccoli”.

 

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