«La Camera Penale di Napoli, nell’accogliere con convinzione l’invito rivolto dall’Unione delle Camere Penali Italiane (Ucpi) esprime incondizionato sostegno ai penalisti di Verbania e del Piemonte Occidentale che hanno proclamato l’astensione dalle udienze a seguito dell’inopinata decisione del presidente del Tribunale di Verbania di revocare l’assegnazione del fascicolo relativo alla tragedia della funivia Mottarone alla dottoressa Banci Buonamici». I penalisti napoletani si schierano dopo gli ultimi sviluppi della tragica vicenda della funivia piemontese: al gip che aveva chiesto la scarcerazione per due dei tre indagati è stato tolto il fascicolo, poi affidato a un altro che ha subito chiesto l’annullamento di quel provvedimento.

Il giudice ha solo applicato la legge, ma evidentemente, in Italia, ciò non è abbastanza e la rabbia dell’opinione pubblica giustizialista conta più della Costituzione. «La vicenda di Verbania costituisce l’ennesima riprova della necessità di procedere alla separazione delle carriere tra magistratura inquirente e magistratura giudicante – si legge nella nota ufficiale della Camera Penale di Napoli – È infatti evidente che la magistratura giudicante debole, impaurita e talvolta poco consapevole del fondamentale ruolo a essa demandato non è in grado di sottrarsi alle enormi pressioni provenienti dalle Procure (e dai mondi che le ruotano attorno, in primis l’informazione) e stia progressivamente smarrendo quei caratteri di terzietà e imparzialità che costituiscono l’essenza (e ancor prima la legittimazione) del giudicare». E questo rappresenta un pericolo gravissimo a Verbania come a Napoli: in gioco c’è la tenuta democratica del Paese.

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Giornalista napoletana, classe 1992. Affascinata dal potere delle parole ha deciso, non senza incidenti di percorso, che sarebbero diventate il suo lavoro. Segue con interesse i cambiamenti della città e i suoi protagonisti.