L’Italia è in pieno declino demografico: la denatalità e cronica ormai, da 20 anni a questa parte. E generalizzata su tutto il territorio con picchi tra il Mezzogiorno e le isole. È quanto emerge dalle statistiche Istat degli ultimi vent’anni e le elaborazioni su base provinciale effettuate dal Sole 24 Ore del Lunedì sulla natalità nell’anno post pandemia appena concluso. Il dato nazionale, aggiornato al 2020, è di 6,8 figli ogni mille abitanti, il 27,7% in meno rispetto al 2002. L’Italia è anche il fanalino di coda dell’Europa.

Ad aprire la classifica elaborata dal quotidiano di Confindustria è la provincia Barletta Andria Trani dove il calo in vent’anni sfiora il 40%. A chiuderla la provincia di Parma: – 13%. La variazione negativa è ovunque a due cifre. Oristano la provincia dove si registra il tasso di natalità più basso: 4,6 nati ogni mille abitanti. A piazzarsi in cima alla classifica anche Enna e le altre province sarde, penalizzate dallo spopolamento. Al Nord colpite in particolare le province di Bergamo e Biella, al centro Prato e Massa Carrara.

Il 28% in meno delle nascite rispetto al 2002 vuol dire oltre 125mila figli in meno nell’arco dell’anno. Secondo i dati provvisori nel 2021 sarebbero sparite altre 10.500 culle per un totale di circa 136mila. Il solo mese di gennaio ha fatto registrare 5.000 nati in meno rispetto allo stesso mese del 2020. Dato saliente: le nascite hanno continuato a crescere fino al 2008 (anno in cui è esplosa la crisi economica) quando si è verificata la svolta in negativo. Fino al 2008 a essere interessati erano soprattutto il Mezzogiorno e le isole. Dopo il calo si è generalizzato su tutto il territorio.

Perdono culle anche le grandi città: Roma conta 6,4 nati ogni mille abitanti e una perdita del 32% sui vent’anni. Napoli supera il 32% ma il tasso di natalità è sopra la media nazionale: all’8,4. Anche a Milano, Bologna, Palermo e Catania i tassi si conservano superiori rispetto alla media. In fondo alla classifica, come si accennava, Parma preceduta da Trieste e Bolzano. A livello Europeo l’Italia è ultima per numero di nuovi nati rispetto ai residenti: il più basso dell’area euro dove la media è all’8,9.

Il calo demografico riguarda tutti i paesi (meno 14%) ma in Italia è più accentuato. Dalla crisi economica in poi soltanto l’Austria e la Germania risultano in controtendenza con una variazione positiva del 2% e del 15%. Il quotidiano pone l’accento sulle politiche di contrasto di Berlino che prevede un mix di quattro strumenti. “La combinazione tra solido investimento sulle politiche familiari (in particolare sui servizi per l’infanzia) e gestione di rilevanti flussi migratori (che hanno rafforzato la popolazione in età attiva e riproduttiva) porta le nascite tedesche ad aumentare di oltre 110mila dal 2011 al 2019, mentre nello stesso periodo l’Italia ne perde altrettante”, il commento di Alessandro Rosina.

La quota di figli di immigrati in Italia era in crescita fino al 2012: da allora è in continuo calo –  59.800 nel 2020. L’Italia è in pieno crack demografico, come evidenziato anche dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel discorso del giuramento: “Dobbiamo disegnare e iniziare a costruire, in questi prossimi anni, l’Italia del dopo emergenza … Un’Italia che sappia superare il declino demografico a cui l’Europa sembra condannata”. Lo scorso dicembre anche Papa Francesco aveva lanciato un appello nell’Angelus: “Parlando della famiglia, mi viene una preoccupazione vera, almeno qui in Italia: l’inverno demografico. Sembra che tanti hanno perso l’illusione di andare avanti con figli, tante coppie preferiscono rimanere senza o con uno figlio soltanto. È una tragedia. Facciamo tutto il possibile per riprendere una coscienza, per vincere questo inverno demografico che va contro le nostre famiglie, la nostra patria e il nostro futuro”.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.