E ogni volta che ritorna, ogni volta che non c’entra niente, ogni volta viene in mente a qualcuno quella vecchia storia di Vasco Rossi che odia il Sud, del “cesso” e del rocker di Zocca leghista e anti-napoletano. Ogni volta: nonostante le smentite e i chiarimenti, mai abbastanza evidentemente se c’è sempre chi sui social, dal barbiere, al bar rispolvera quella fake news anche a pochi giorni dall’ennesimo sold out che martedì 7 giugno riempirà lo Stadio Maradona a Fuorigrotta per il Vasco Live 2022. Qualcuno ancora ci crede.

Come diceva il colonnello nazista di Bastardi senza gloria Hans Landa in una breve lectio sull’inarrestabilità delle notizie: “I fatti possono essere fuorvianti, le chiacchere vere o false possono essere rivelatrici”. E proprio di chiacchiere senza alcun fondamento si parla mancando qualsiasi video, intervista scritta, prove di vario genere. Tutto un sentito dire, una balla quella di Vasco Rossi che diceva di odiare i meridionali e il giornalista, meravigliato, chiedeva: “Come mai dici questo, tu al sud hai molti fans e fai molti concerti”. E quello che rispondeva: “Ma io al cesso qualche volta ci devo pure andare”.

La bufala si era diffusa all’inizio degli anni ’90, tra Avellino e Salerno in particolare, e voleva il rocker di Zocca tra l’altro iscritto alla Lega Lombarda. Anni fa Vasco stesso, tramite Red Ronnie, rispondeva con una lettera ripescata da Bufale.net in cui spiegava di aver sempre suonato al Nord, al centro e al Sud “senza mai erigere nessuno steccato” e dove le strutture permettevano. “In merito alle voci di un mio presunto disprezzo per il sud e la sua gente vorrei ricordare che ho chiuso il mio ultimo tour proprio ad Avellino e che l’incasso per inciso, è andato a favore del Museo contadino di S. Martino Valle Caudino”. Il cantante nelle stesse righe ricordava di essere iscritto al Partito Radicale, “l’unico movimento che mi sembra degno di rispetto”.

E qui sarebbe dovuta finire: e invece no. Quella storia torna puntualmente. “Non so da cosa possa essere partita, di sicuro Vasco scatena molta invidia”, commenta il regista napoletano Giorgio Verdelli che ha filmato il rocker di Zocca in numerose occasioni e per diversi documentari e docufilm. “Non ho mai ravvisato alcun tipo di discriminazione, anzi mi chiedeva sempre di Edoardo Bennato e Pino Daniele, quando si fece il Festival nell’area dell’ex Italsider fu da subito molto coinvolto. Ha lavorato con diversi napoletani come Ernesto Vitolo e Joe Amoruso e oggi lavora con il regista Peppe Pepsy Romano. E poi basta sentire cosa dice della Lega anche ultimamente per capire che è tutta una bufala”.

Solo qualche tempo fa, in un’intervista a Il Corriere della Sera, diceva infatti che “ci sono politicanti irresponsabili che seminano odio e sobillano le paure della gente per qualche consenso in più. Penso alle destre estremiste e pericolose. Anche i toni di Meloni e Salvini (leader rispettivamente di Fratelli d’Italia e della Lega, ndr) sono divisivi, anche loro seminano odio per avere consensi”. A Ernesto Vitolo invece queste storie “fanno ridere”. Lo storico tastierista del neapolitan power le trova storie da tifoseria, manco fosse calcio. Con Rossi ha suonato in Bollicine (secondo Rolling Stone l’album rock italiano più bello di sempre) e in Cosa succede in città e Gli Spari Sopra.

Mi chiamarono perché avevano sentito i dischi di Pino Daniele ed Edoardo Bennato. Con Pino suonammo insieme in Hai ragione tu che è contenuta in Gli Spari Sopra. Questa mi sembra una di quelle storie in cui c’è qualcuno che deve per forza trovare qualche pretesto per attaccare. Per quello che mi riguarda Vasco non è il tipo. Parliamo poi di gente che spesso quando viene a suonare arriva in aereo, passa qualche ora, al massimo qualche giorno e poi riparte. Non è che vive la città. Qualcuno forse era geloso”. Geloso per quell’“economia di scala”, come l’ha definita il Sole24Ore, che genera il cantante: 46 milioni di incasso per 165 milioni di indotto, tre milioni solo dal merchandising nel tour appena partito.

E visto che Fabrizio De André disse di Vasco che era “l’unico credibile nel ruolo di rocker in Italia. L’unico ad essere riuscito a portare la canzone d’autore nel rock, si potrebbe dire che qualcuno era geloso come quelli che alla fine degli anni ’50 misero in giro la voce di Elvis Presley razzista: Elvis che odiava i neri afroamericani. Tutto falso ovviamente anche in quel caso. E come quelle voci non fermarono il Re del rock’n’roll, queste altre non hanno fermato il Komandante – ma hanno continuato a viaggiare pur senza alcuna prova o riscontro.

Solo nel 2015 sui social apparve di nuovo la bufala: “Vado a cantare al Sud perché ogni tanto al cesso bisogna pure andarci”, si leggeva in un fotomontaggio. E l’utente che l’aveva condiviso commentava: “Uno che parla così del sud non è ben accetto, non andate al concerto!”. Il post divenne così virale che di nuovo si scomodò lo stesso cantante: “Attenzione! La bufala che circola sul web di una dichiarazione offensiva nei confronti del sud da parte di Vasco è completamente falsa. Il signor ***** che la sta facendo circolare andrà incontro a una querela per diffamazione!”. L’utente si era scusato in una lettera sul quotidiano Il Mattino dicendo di non essere l’autore del post ma di averlo solo condiviso perché si era sentito offeso. “Colgo l’occasione per augurare al mitico Vasco Rossi una buona permanenza a Napoli”. Napoli che si prepara di nuovo ad accogliere Vasco. Vasco che non ha mai dimenticato questa città.

Avatar photo

Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.