La ludopatia, in Italia, ha assunto proporzioni preoccupanti coinvolgendo fasce di popolazione che fino a poco tempo fa non erano così esposte al rischio del gioco d’azzardo. Secondo l’Osservatorio Nazionale e dalla società di ricerca Nomisma, il 2021 ha visto un’impennata dell’accesso al gioco soprattutto tra i giovani della Generazione Z e gli over 65. Un trend che non può essere ignorato considerate le conseguenze sociali ed economiche che la dipendenza dal gioco comporterebbe.

Generazione Z e il fascino pericoloso del gioco d’azzardo

Uno dei dati più inquietanti che emerge dal report riguarda il crescente coinvolgimento dei giovanissimi, in particolare dei ragazzi tra i 14 e i 19 anni. Da alcuni dati del 2021, il 42% di questa fascia di età ha dichiarato di aver provato almeno una volta il gioco d’azzardo, anche se in calo rispetto agli anni precedenti (48% nel 2018 e 56% nel 2014). Questo leggero decremento, tuttavia, non deve far abbassare la guardia: il 5% dei giovani è classificato come “frequent player”, ovvero scommette con cadenza settimanale, mentre l’1% gioca addirittura quotidianamente.

Ciò che spinge i giovani verso il gioco è spesso la curiosità e il divertimento, ma non si possono sottovalutare le influenze esterne. Il 17% dei ragazzi inizia a scommettere perché un genitore o un parente lo fa regolarmente, mentre il 12% è spinto dalla pressione sociale degli amici. Preoccupante è anche l’ascesa del gioco online tra i minori, incentivato dalle restrizioni della pandemia che hanno spinto molti a cercare rifugio nelle scommesse sportive via web. Sebbene la spesa media settimanale non superi i 5 euro, l’accesso facilitato al mondo virtuale del gioco d’azzardo rappresenta un rischio a lungo termine.

Silver Age: un’esperienza decennale nel gioco

Se da un lato i giovani sono attratti dalle scommesse per ragioni legate alla scoperta e al divertimento, dall’altro la fascia degli over 65, definita come Silver Age, si avvicina al gioco per motivi diversi. Il gioco d’azzardo, per il 60% di questi individui, è una pratica consolidata da oltre un decennio, rappresentando una routine di evasione dalla quotidianità o una distrazione dai problemi della vita.

Nel 2020, il 25% degli over 65 ha dichiarato di scommettere almeno una volta al mese, prediligendo il gioco fisico, come gratta e vinci, lotto e scommesse sportive. La spesa settimanale è, in media, contenuta: solo il 13% spende più di 10 euro, mentre il 42% mantiene un budget inferiore ai 3 euro a scommessa. Tuttavia, anche per questa fascia d’età la dipendenza dal gambling non andrebbe sottovalutata. Non è raro che alcuni anziani continuino a giocare per recuperare denaro perso, talvolta indebitandosi ulteriormente, alimentando un circolo vizioso.

La dimensione di genere: uomini e donne nel gioco d’azzardo

L’analisi della ludopatia in Italia non può prescindere da una riflessione sul ruolo del genere. Gli uomini continuano a rappresentare la maggioranza dei giocatori, con il 51,1% che si dedica alle scommesse, contro il 34,4% delle donne. Le differenze di approccio sono evidenti: mentre gli uomini preferiscono le scommesse sportive e i giochi di carte come il poker e il blackjack, le donne si orientano verso gratta e vinci, slot machine e bingo. Analisi a cui contribuiscono numerosi studi scientifici di Università, istituti di sondaggi e soggetti terzi, come nel caso della sezione “osservatorio” del sito www.miglioricasinoonlineadm.com, dove oltre ai casinò online si parla scientificamente di dipendenza da gioco con numerosi studi riportati. Interessante notare come la fascia di età tra i 25 e i 34 anni, di entrambi i sessi, sia quella che spende di più, con un importo medio di 31,6 euro per gli uomini e 22,9 euro per le donne.

Le regioni del gioco: Lombardia, Campania e Lazio in testa

Il gioco d’azzardo, in Italia, non è distribuito in maniera uniforme sul territorio nazionale. Le regioni con il maggior volume di scommesse sono la Lombardia, con un impressionante totale di 7,204 miliardi di euro, seguita dalla Campania (4,349 miliardi) e dal Lazio (3,902 miliardi). Questo dato, riferito al gioco fisico, è integrato da un crescente volume di gioco online, accelerato dalla pandemia, che ha portato molte persone a trasferire le loro abitudini di gioco sulla rete.

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