Non solo dazi
Luigi Punzo: “La Campania ha un potenziale logistico straordinario, ma serve più integrazione tra porti, retroporti, ferrovie e nodi intermodali”

«La logistica non si ferma mai. Si può rallentare, ma non fermare». Con questa consapevolezza Lucio Punzo, amministratore del Terminal Intermodale di Nola, racconta il presente e il futuro della logistica campana tra dazi, instabilità geopolitica e voglia di crescita. La sua è una voce che arriva dal campo, dove ogni giorno si muovono treni, merci e contratti.
Da imprenditore, come ha vissuto l’annuncio di nuovi dazi Usa e la successiva moratoria di 90 giorni?
«L’annuncio dei nuovi dazi Usa ha generato una fisiologica preoccupazione, soprattutto per gli scenari di instabilità che può comportare sul commercio internazionale. Tuttavia, la moratoria di 90 giorni è stata una scelta saggia che consente al mercato di respirare e pianificare. Noi imprenditori dobbiamo reagire con lucidità, pronti a cogliere opportunità nei momenti di incertezza».
Qual è l’impatto reale sui vostri clienti?
«Ci sono aziende – penso a realtà del food e dell’agroalimentare – che lavorano molto con gli Stati Uniti. Il problema è che un dazio anche del 10% ti stravolge un business plan. Le aziende sono in attesa, ma se i dazi verranno confermati, dovranno necessariamente rivedere le loro strategie».
E voi come vi state muovendo come struttura logistica?
«Stiamo rafforzando la nostra posizione strategica investendo sia in infrastrutture fisiche che in tecnologie digitali. Il nostro obiettivo è diventare sempre più un nodo integrato nella rete logistica nazionale ed europea. Abbiamo avviato collaborazioni con partner ferroviari e operatori internazionali per ampliare i collegamenti e ridurre i tempi di transito, anticipando le esigenze delle aziende che supportiamo in modo proattivo».
L’intermodale è il futuro nelle dinamiche logistiche internazionali?
«Senza dubbio. L’intermodalità rappresenta la chiave per rendere il trasporto merci più sostenibile, efficiente e competitivo. I modelli logistici locali sono tra i più avanzati in Italia in questo ambito: coniugano la vicinanza ai principali corridoi europei con un’organizzazione logistica di alto livello. Un costante impegno volto ad offrire soluzioni in grado di abbattere i costi, diminuire le emissioni e migliorare la fluidità dei trasporti a livello internazionale e mondiale».
Qual è oggi il punto debole del sistema logistico campano?
«La Campania ha un potenziale logistico straordinario, ma spesso questo è frenato da una mancata visione sistemica. Le infrastrutture ci sono, ma devono dialogare meglio tra loro. Serve una maggiore integrazione tra porti, retroporti, ferrovie e nodi intermodali. Il Terminal Intermodale di Nola rappresenta un modello da seguire, perché dimostra quanto un investimento mirato e una gestione moderna possano fare la differenza nel contesto regionale».
E guardando al domani?
«Il futuro ci chiede flessibilità, tecnologia e sostenibilità. Occorre guardare oltre il presente, investendo su automazione, digitalizzazione dei flussi e formazione continua del personale. La Campania e Napoli devono puntare a diventare un punto di riferimento del Mediterraneo per lo scambio intermodale. Le sfide globali si vincono localmente, costruendo eccellenze come quelle del nostro territorio».
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