La stagione della vendemmia 2022 è già cominciata in Sicilia, mentre in altre regioni è partito il conto alla rovescia. Le ultime settimane ci dicono che la grande sfida di quest’anno è la siccità. La lunga assenza di precipitazioni non cancella tuttavia una situazione fitosanitaria complessivamente buona che, per le diverse aree vitivinicole italiane, lascia sperare in un’annata di ottima qualità con interessanti sorprese, soprattutto per i vini rossi.

Sicilia, la vendemmia più lunga d’Italia
Uve eccellenti e sane, ottimo stato vegeto-produttivo, assenza di stress idrico. Queste le premesse della vendemmia in Sicilia, al via in questi giorni nella parte occidentale dell’Isola, nei territori che rientrano nelle province di Palermo e Trapani. La vendemmia più lunga d’Italia – mediamente oltre 100 giorni – si concluderà a Novembre nelle altitudini più elevate dell’Etna.

Inverno mite, nessuna gelata in primavera, andamento meteo regolare, temperature in linea con il 2020 e il 2021. Le piogge invernali hanno imbibito i terreni e riempito gli invasi e un clima estivo soleggiato e con scarsa umidità ha bloccato la diffusione delle principali malattie della vite, come peronospora e oidio. Tutto ciò ha portato le uve ad uno stato fitosanitario sano e di eccellenza. Non sarà un’annata ricchissima, ma sicuramente più produttiva del biennio 2019/2020, che è stato sotto la media regionale.

Il commento di Assovini
La Sicilia si dimostra più resiliente e preparata rispetto alla sfida della siccità. “I dati delle ultime due vendemmie – con una qualità sempre più alta – e le previsioni della vendemmia 2022, confermano che la Sicilia mostra una buona resistenza rispetto ai sempre più evidenti cambiamenti climatici, grazie alla sua posizione nel cuore del Mediterraneo, ai suoi microclimi, ai suoi terroir e alle sue varietà indigene”, commenta il presidente di Assovini Sicilia, Laurent de la Gatinais. 

Assovini Sicilia cerca di guidare il futuro della vitivinicoltura siciliana sviluppando nuove conoscenze e know-how in grado di affrontare le sfide in legate al climate change. “L’agricoltura siciliana deve da sempre fronteggiare il problema dell’approvvigionamento idrico e, probabilmente per questo motivo, riusciamo meglio di altre regioni a fronteggiare la siccità del periodo estivo”, spiega Aurora Ursino, agronoma siciliana, eletta migliore agronomo italiano 2021. “I produttori siciliani virano verso un’agricoltura sempre più sostenibile, puntando non più alle quantità ma alla qualità delle uve. Adottare tecniche agronomiche sostenibili, nonché potature adeguate, forme di allevamento e portinnesti idonei all’ambiente pedoclimatico dell’areale, è l’unico strumento possibile per poter fronteggiare in modo adeguato la siccità e l’effetto dei cambiamenti climatici”, conclude Ursino.

La voce del Consorzio Sicilia Doc
Secondo Antonio Rallo, presidente del Consorzio di tutela vini DOC Sicilia, “la vendemmia 2022 si preannuncia con un 10/15 % di produzione in meno rispetto al 2021, ma senz’altro molto soddisfacente per l’ottima qualità delle uve”. Quest’anno il germogliamento si è manifestato una decina di giorni in ritardo rispetto alle date attese, presentando una crescita più lenta della fase verde ma regolare e omogenea. Condizioni queste, che hanno favorito fioritura piena e allegagione molto buona.

In generale, le condizioni climatiche ventilate e fresche fino a metà maggio, hanno generato piante e frutti sani e generosi. Da metà maggio, le temperature presentano un aumento in linea con gli ultimi anni e si registrano piogge solo in alcune aree della Sicilia. La pianta cresce bene, la qualità delle uve è ottima. Per le varietà usate come base spumante e per quelle che presentano un intervallo più corto di maturazione, è prevedibile una raccolta più o meno in linea con il 2021.

La vendemmia sull’Etna
È ancora troppo presto per fare delle previsioni sull’annata 2022 per l’area dell’Etna, dove la vendemmia si svolge tra settembre e ottobre per via delle diverse condizioni altimetriche. “Pensiamo di poter affermare con ragionevole certezza che ci siano tutte le premesse per un’annata di ottima qualità”, spiega Maurizio Lunetta, direttore del Consorzio Tutela Etna Doc. L’inverno, sostanzialmente mite, ha lasciato spazio a una primavera priva di gelate tardive, come invece si verificò nel 2021. “A maggio e giugno le piogge hanno consentito di mitigare gli effetti della siccità – prosegue Maurizio Lunetta –. Per ora le temperature estive, sebbene con ondate di calore sempre più frequenti, hanno valori che non hanno danneggiato lo sviluppo vegetativo della vite”.

Nel frattempo, il Consorzio comunica che l’imbottigliato del primo semestre del 2022 cresce del 30%: ottime performance dei bianchi e dei rosati, con il rosso che si conferma portabandiera della denominazione. Nel primo semestre del 2022 sono state 3.293.388 le bottiglie prodotte a marchio Etna DOC, pari a un imbottigliato di 24.700 ettolitri. “I dati attestano l’ottimo stato di salute della denominazione – commenta Francesco Cambria, presidente del Consorzio Tutela Vini Etna DOC – e superano quanto di buono avevamo già fatto l’anno scorso, quando avevamo raggiunte le stesse performance del 2019, lasciandoci definitivamente alle spalle le difficoltà del periodo più duro della pandemia”.

 

Le prospettive per il Collio, in Friuli
L’areale del Collio è in buona salute, grazie soprattutto a precipitazioni a giugno e luglio “sufficienti a evitare situazioni di eccessivo stress idrico”, sottolinea il presidente del Consorzio del Collio, David Buzzinelli, che parla di sensazioni molto positive, perfetta situazione fitosanitaria e attese per un elevato livello qualitativo dell’annata: “Non si segnalano problemi di peronospora e oidio e non ci sono criticità legate all’incremento della flavescenza dorata”, come in altre parti della regione. Il raccolto è stimato in anticipo di dieci giorni (a partire dalla terza decade di agosto con pinot grigio e sauvignon). A fronte di una fertilità del grappolo considerata buona, il mese di agosto e le agognate piogge determineranno i volumi. Lo scorso anno i quintali raccolti furono 97mila contro gli 86mila del 2020. Per il Consorzio Collio sarà una vendemmia sostenibile con protocollo Sqnpi per circa 306 ettari e 17 aziende in forma associata (erano 13 nel 2021), che si aggiungono ad altre che procedono singolarmente con lo stesso protocollo di lotta integrata e ad altre certificate a biologico.”

 

La grandine ha danneggiato l’Oltrepò Pavese
A meno di un mese dalla vendemmia, forti piogge, smottamenti e grandinate hanno devastato gran parte dell’Oltrepò Pavese, nella Lombardia occidentale. Sono particolarmente colpiti i comuni di Canneto Pavese, Santa Maria della Versa, Castana e Cigognola, Pietra de’ Giorgi, Lirio, Broni e Stradella. Secondo l’associazione degli agricoltori di Coldiretti Pavia, le prime stime indicano che i danni causati dalla grandine alle uve quasi mature potrebbero raggiungere l’80% in alcune zone. Secondo Confagricoltura Pavia i danni sui vigneti potrebbero aggirarsi tra il 50 e l’80%, ma è presto per le stime definitive. Sono in corso le verifiche, nonostante siano passati alcuni giorni dal disastro, ma al momento risulta ancora difficile una valutazione precisa dei danni a causa delle avverse condizioni dei terreni e di alcune cantine che stanno sistemando gli impianti inondati da acqua piovana e fango a poche ore dall’inizio della vendemmia 2022.

“È stata una grandinata che passerà alla storia. Non si tratta solo di perdite economiche, di gravi danni agli edifici e alle infrastrutture. C’è una notevole quantità di lavoro da fare. C’era acqua dappertutto, in casa e nella fattoria, fango in cantina e per strada, i filari di vite sono stati distrutti. È un incubo”, ha raccontato all’agenzia Adn Kronos Stefano Calatroni, proprietario dell’azienda vinicola Calatroni Vini a Santa Maria della Versa. Davide Calvi, enologo e presidente del Consorzio Club del Buttafuoco Storico, è sicuro: “Abbiamo sperimentato in prima persona gli effetti del cambiamento climatico. I meteorologi parlano di una pioggia monsonica che ha devastato l’intera regione. La vendemmia è alle porte, con il 30-40% delle uve ancora da raccogliere. Ci rimboccheremo le maniche e faremo del nostro meglio per garantire una produzione di alta qualità”.

La pioggia era attesa per combattere la siccità nelle campagne, ma per essere di sollievo deve durare a lungo, cadere in maniera costante e non troppo intensa. Viceversa, i forti temporali della settimana scorsa provocano danni poiché i terreni non riescono ad assorbire l’acqua che cade violentemente e tende ad allontanarsi per scorrimento, provocando frane e smottamenti. Tuttavia, secondo Stefano Greppi, presidente di Coldiretti Pavia, “le precipitazioni che hanno sconvolto l’Oltrepò non cambiano lo stato di sofferenza idrica diffuso su tutto il territorio pavese. Siamo di fronte anche nella nostra provincia alle conseguenze dei cambiamenti climatici”.

 

Le previsioni secondo Cantina Torrevilla
Una previsione di vendemmia che si prospetta tutt’altro che semplice, quella di Torrevilla, storica cantina sociale dell’Oltrepò Pavese. Già si calcola un calo della produzione, seppur i parametri qualitativi si assestano su un livello ottimale. “L’Oltrepò Pavese è caratterizzato da una conformazione del territorio prettamente collinare che, già di per sé, rende il lavoro delle squadre di raccolta complicato per le diverse pendenze su cui si trovano ad operare la siccità che ha contrassegnato l’estate 2022 e il forte caldo creeranno un’ulteriore sfida per la vendemmia di quest’anno” spiega il Presidente di Cantina Torrevilla Massimo Barbieri.

Ecco perché “la viticoltura oltrepadana si sta sempre più profilando come eroica e caratterizzata da fattori, morfologici e soprattutto climatici in continuo cambiamento che noi, come cantine, e le istituzioni non possiamo ignorare”. Il quadro generale comprende anche l’ulteriore complicazione legata ai costi in fortissimo rialzo connessa alla situazione economica nazionale e internazionale in corso. Alla previsione di una resa quantitativamente minore per la vendemmia 2022 e ad una conseguente produzione in calo, si aggiunge anche la previsione di una diminuzione dei consumi che durerà anche per il 2023 e che porterà molte aziende del territorio ad essere in difficoltà nell’anno a venire.

 

In Alto Adige, vendemmia in linea con il 2021
Un anno fa, i viticoltori altoatesini raccolsero 450mila quintali di uve e per quest’anno, come anticipa Andreas Kofler, presidente del Consorzio vini Alto Adige, le attese sui volumi sono in linea col 2021: “Le sensazioni in vista della vendemmia 2022 sono sicuramente positive e ci attendiamo un’annata dall’elevato livello qualitativo. Le viti ad oggi sono in salute e siamo pertanto ottimisti per la raccolta che dovrebbe iniziare, dato l’andamento climatico, con circa 10-14 giorni di anticipo. Sicuramente le elevate temperature di queste settimane stanno tenendo alta la nostra attenzione ma grazie alla diffusa presenza di impianti a goccia nelle nostre vigne stiamo gestendo al meglio la situazione dal punto di vista idrico.

Ancora una volta la montagna è nostra alleata grazie alle altitudini che garantiscono escursioni termiche benefiche per le nostre uve. Ci auspichiamo sicuramente un settembre un po’ più fresco al fine di mantenere l’acidità nell’uva e la relativa freschezza. Augurandoci che non ci siano fenomeni avversi dal punto di vista metereologico nei prossimi mesi, crediamo che un’annata calda e anticipata come questa possa essere particolarmente interessante per i vini rossi in particolare per il Lagrein ma anche per il Cabernet e il Merlot. In vigna stiamo portando avanti un lavoro meticoloso nell’ottica di garantire più ombra possibile sui grappoli defogliando meno consapevoli che la grande sfida di quest’anno sarà proprio quella di cercare di avere dell’uva un po’ più fresca. A livello di quantitativi ci aspettiamo un’annata nella media rispetto a quello dello scorso anno.”

 

Previsioni positive per i vini di Venezia
Il Consorzio Vini Venezia, che nel 2021 aveva raccolto oltre 450 mila quintali di uva nelle sue 5 denominazioni tutelate, dovrebbe ripetere i risultati anche quest’anno. Alcune criticità – siccità e flavescenza dorata – hanno impegnato i viticultori del territorio. “In base a quanto ci dicono i dati sulle curve di maturazione prevediamo per le varietà precoci un anticipo di vendemmia rispetto allo scorso anno, con il Pinot Grigio che farà verosimilmente da apripista già a partire dalla settimana di Ferragosto”, spiega Stefano Quaggio, Direttore del Consorzio Vini Venezia. Per quanto riguarda i bianchi e i rossi è ancora prematuro invece fare delle ipotesi. Continua Quaggio: “Si tratta sicuramente di un’annata sfidante ma che stiamo gestendo con la massima attenzione.

Un’annata iniziata un po’ tardi nel germogliamento ma che ha poi visto un recupero sulla maturazione a causa delle alte temperature, spesso al di sopra della media e della siccità, elemento che ha fortemente condizionato questo 2022. Nel nostro territorio un tema sicuramente complesso che ci ha coinvolto è stato quello della flavescenza dorata. Soprattutto nell’areale del veneto orientale ma con una parziale diffusione anche nella zona del Piave, questa fitoplasmosi segna ancora in modo significativo le nostre viti. Tuttavia, la gestione che abbiamo avuto di questa virosi negli ultimi mesi ci fa ben sperare. Le trappole cromotropiche che sono state adottate infatti e che ci hanno fornito una stima della quantità di insetti che veicolano questa virosi, ci dicono che il numero di individui è diminuito sia nel biologico sia nella viticultura convenzionale”. Da qui grande fiducia sul futuro della denominazione.

 

Vendemmia anticipata in Calabria nell’area di Cirò
La Doc Cirò e Melissa parte da una base di 52mila quintali di uve dichiarati nel 2021 e di 40mila nel 2020. Due annate scarse che portano il Consorzio guidato da Raffaele Librandi a stimare nel 2022 un incremento del 10%. Racconta Librandi: “Questo inverno non abbiamo avuto fenomeni meteo estremi né grandinate, ma registriamo una mancanza di pioggia. A giugno le temperature sono state di gran lunga superiori alla media. Al momento, non sembrano esserci problemi sulla salute delle piante e lo stato fitosanitario è molto buono”. Il raccolto, per i 300 viticoltori (molti in regime biologico), dovrebbe partire in anticipo a metà settembre.

 

Pioggia toccasana a Montalcino
Una pioggia toccasana è caduta tra le vigne di Montalcino nei giorni scorsi, contribuendo così a migliorare sensibilmente le condizioni delle piante al pari dell’aumento dell’escursione termica tra il giorno e la notte, con la media delle massime a 33° e le minime a 18°. Lo riscontra la Commissione tecnica del Consorzio del vino Brunello di Montalcino a poche settimane dalla vendemmia. “Le centraline meteo – rilevano i tecnici – segnalano un cumulato uniforme di precipitazioni nelle campagne di Montalcino con 75-80 millimetri di pioggia. Il risultato è stato immediato, con il miglioramento delle condizioni delle piante – che iniziavano ad andare in stress mentre ora hanno ripreso vigore – e con il verde delle foglie che è subito tornato ad essere più vivace.

Buone notizie anche sul fronte fitosanitario, con assenza di malattie fungine e con i vigneti in ottima salute, mentre l’incremento dell’escursione termica contribuirà all’evoluzione dei profumi del Brunello, del Rosso di Montalcino e degli altri vini dell’annata 2022. Infine – conclude la Commissione –, non essendo terminata l’invaiatura i grappoli potranno ancora aumentare in volume”. Ancora presto, per il Consorzio, stimare i tempi di inizio vendemmia, specie alla luce di condizioni atmosferiche che si preannunciano mutevoli e con un agosto che si rivelerà decisivo per la quantità e la qualità della denominazione toscana.

 

A Monteverro, il climate change riscrive il tempo della raccolta
“La stagione era partita benissimo con un bell’inverno, le giuste piogge e ottime temperature, con anche una pioggia primaverile perfetta per aiutare la crescita vegetativa”, rivela la squadra di lavoro di Monteverro, tenuta gioiello con sede a Capalbio, nella Maremma del Sud, guidata dall’enologo Matthieu Taunay. “Il resto della primavera invece è stato caratterizzato dalla siccità, con un conseguente arresto vegetativo abbastanza precoce per piante, ma con un bell’equilibrio tra la resa (i grappoli) e l’apparato fogliare”. Le premesse lasciavano presagire una vendemmia secondo i calendari canonici, ma l’inizio estate ha sparigliato le carte, spingendo a ripensare le tempistiche di raccolta.

Spiega Taunay: “L’inizio estate è stato decisamente caldo. Le piante piano piano sono andate in sofferenza e soprattutto c’è stata un’accelerazione dell’invaiatura e di conseguenza della maturazione. Alla luce di queste considerazioni, la vendemmia sarà anticipata ma complessivamente equilibrata”. Intanto il 3 agosto è partita la raccolta dello Chardonnay. Alla parte razionale della preparazione, si aggiunge anche una fase propedeutica augurale. Racconta la squadra: “Il giorno prima della vendemmia, per la pace d’animo, facciamo un aperitivo di inizio vendemmia: un brindisi apotropaico, per rafforzare e animare lo spirito di squadra e poi “pronti e via”, tutti a nanna. Il giorno dopo si inizia alle 6!”.

 

 

 

 

 

 

 

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