Il sottosegretario Tullio Ferrante, Infrastrutture e Trasporti, è nato a San Giorgio a Cremano ma vive a Roma dove ha iniziato, dopo la laurea in giurisprudenza, a svolgere la professione di avvocato. Deputato dal 2022, è nel gruppo dei giovani dirigenti emergenti tra le fila azzurre: componente della Segreteria nazionale, e riveste l’incarico di Responsabile delle adesioni per Forza Italia.

Il sistema giustizia va riformato con urgenza, è uno degli ambiti su cui maggioranza e governo si impegnano a definire il loro impegno nel 2025?
«La riforma della giustizia è un obiettivo prioritario per Forza Italia, indispensabile per archiviare la stagione del giustizialismo e rendere il sistema più equo e trasparente. La separazione delle carriere, la riforma del Csm e l’istituzione di un’Alta corte sono gli argini alla deriva correntizia che è causa delle distorsioni nel settore giustizia. In questi due anni abbiamo già compiuto grandi passi in avanti in senso garantista e intendiamo proseguire lungo questa strada per tutelare cittadini e imprese da abusi, inefficienze e storture».

Lei si occupa di infrastrutture e trasporti. Cantieri, progetti, Pnrr e investitori internazionali subiscono un freno dalla giustizia lumaca.
«La nostra riforma farà da volano allo sviluppo economico e sociale grazie ai due pilastri del garantismo e della certezza della pena su cui è basata. Stiamo investendo su infrastrutture e grandi opere pubbliche perché anche da esse dipende la crescita del Paese, ma occorre anche un sistema giudiziario efficiente e attrattivo per gli investitori. Negli anni si è fatta strada una cultura del sospetto, alimentata dalle sinistre, secondo la quale dietro ogni opera pubblica si cela il malaffare, una cultura che unita alla cieca ideologia ambientalista ha determinato immobilismo e atrofizzato lo sviluppo. Noi ora stiamo voltando pagina».

Esiste anche secondo lei quella che Crosetto ha definito l’opposizione più temibile, quella dei magistrati?
«La politicizzazione di una ristretta fetta di magistrati ha generato un’inaccettabile esondazione rispetto al proprio ruolo costituzionale. Il nostro Presidente Silvio Berlusconi ha subito nella sua lunga carriera politica una vera e propria persecuzione. Oggi assistiamo ad uno schema simile, con una parte di magistrati che fanno opposizione politica al nostro Governo. È un grave vulnus, il potere giudiziario non può sostituirsi a quello legislativo e a quello esecutivo: abbiamo il dovere di portare avanti le proposte votate dai cittadini e continueremo a farlo».

Traffico di influenze, reato intraducibile. Oggi sono state archiviate dopo anni le accuse contro Stefano Esposito, anche lui piemontese. Si può mettere mano alla Spazzacorrotti? E magari anche alla Severino?
«La vicenda del senatore Esposito dimostra quanto sia necessario andare avanti con la riforma della giustizia. La Spazzacorrotti, nefasta eredità della stagione grillina al governo, è stata di fatto spazzata via dalla Consulta. Abbiamo poi rimosso il macigno rappresentato dall’abuso d’ufficio, reato vago e aleatorio che ha alimentato la paura della firma nella Pa. Come Forza Italia di recente abbiamo anche presentato una pdl per modificare la legge Severino, prevedendo che gli amministratori locali possano proseguire il proprio mandato fino a sentenza di condanna passata in giudicato, equiparandone così la disciplina a quella dei parlamentari. La presunzione di innocenza è un valore costituzionale sacrosanto e va riaffermato, con buona pace dei giustizialisti».

Finalmente approvato in commissione Affari costituzionali la separazione carriere, un primo passo storico.
«L’approvazione della separazione delle carriere in Commissione Affari costituzionali della Camera è un traguardo storico, che segna l’inizio di una nuova fase nel settore della giustizia. E’ una vittoria per Forza Italia, che da anni porta avanti questa battaglia, e per tutto il Paese, perché la separazione tra funzione inquirente e giudicante garantisce un processo giusto ed equo. Una riforma fondamentale per il nostro ordinamento, ispirata dal Presidente Berlusconi, che consentirà di archiviare la stagione della giustizia politicizzata e aumentare le garanzie a tutela dei cittadini».

Forse avrebbe anche senso, come propone Enrico Costa, capire con la Corte dei Conti se i magistrati che provocano ricorrenti esborsi pubblici – per effetto della riparazione prevista dalla legge sui loro errori giudiziari – devono rispondere di danno erariale?
«Affrontare il tema degli errori giudiziari è un dovere nei confronti delle vittime degli stessi, ma anche di tutti i contribuenti sui quali si scarica il costo della riparazione prevista dalla legge. La proposta di Forza Italia prevede che la Corte dei Conti sia chiamata a valutare l’eventuale responsabilità contabile, che scatta in caso di dolo o colpa grave. Una misura di civiltà, che consentirà di individuare se e cosa non funziona nella macchina della giustizia e responsabilizzare chi decide della libertà dei cittadini, sanzionando chi sbaglia».

Come definirebbe la manovra in corso di approvazione? Su rilancio occupazione e welfare che giudizio dà?
«La manovra ha confermato la riduzione delle tasse con la stabilizzazione del taglio del cuneo fiscale, fondamentale per stimolare la crescita, e ha ulteriormente rafforzato le politiche sociali in favore dei soggetti più deboli. Nel rispetto dei vincoli di bilancio, Forza lavora per migliorare il testo e per questo auspichiamo che grazie agli introiti derivanti dal concordato preventivo si possa ridurre l’aliquota Irpef dal 35 al 33% e allargare la fascia dei beneficiari fino alla soglia dei 60mila euro. Continueremo poi a lavorare per sostenere il sistema sanitario e per aumentare le pensioni minime, mettendo in campo ogni sforzo a sostegno del ceto medio».

Avatar photo

Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.