Il politico slovacco che flirta con l'estrema destra
Robert Fico, il populista di sinistra che imbarazza i socialisti d’Europa: l’Ue rischia un altro Orban
La guerra in Ucraina? Un conflitto tra Stati Uniti e Russia. L’Ucraina nella Nato? Porterebbe alla terza guerra mondiale. Il battaglione tattico della Nato di stanza in Slovacchia? Come i nazisti. La fornitura di armi all’Ucraina? Da fermare subito. Le ONG presenti in Slovacchia che ricevono finanziamenti dall’estero? Agenti stranieri. Il governo in carica? È di Soros. Per trovare idee simili, non serve fare molti chilometri: da Bratislava, capitale della Slovacchia, a Budapest, basta infatti un’oretta di auto. Ma la distanza politica è sicuramente minore.
Stiamo parlando di Robert Fico, membro autorevole del partito di sinistra nato dalle ceneri del partito comunista fino al 2000, fondatore di SMER, un partito socialdemocratico ancora oggi aderente al gruppo S&D di Bruxelles, primo ministro slovacco dal 2006 al 2010 e poi dal 2012 al 2018. Fico si dimette nel 2018 per una bruttissima vicenda riguardante il brutale assassinio del giornalista Ján Kuciak e della sua compagna la cui indagine – legata alla corruzione – lo lambì, cade poi in disgrazia nei sondaggi per diversi anni (dal 20% all’8%) fino agli ultimi mesi in cui, grazie a queste posizioni da piccolo demagogo populista (di sinistra), ha cavalcato il risentimento della popolazione fino ad arrivare al 18,7% (ma un sondaggio dei primi di giugno lo dà al 24,2%). E con le elezioni fissate per il 30 settembre, un debole governo di minoranza guidato dalla giovane donna liberale Zuzana Čaputová, pro Occidente, pro Europa ed anti corruzione, ed il crescente sentiment della popolazione anti-Nato e pro-Putin, il rischio di avere un secondo Orban nell’Unione Europea è ogni giorno più reale.
Del resto, sono altri sondaggi a dire a Fico che in Slovacchia il terreno è fertile. Con la fiducia nelle Istituzioni crollata al 18%, il 70% degli slovacchi è contrario all’invio di armi in Ucraina e solo il 58% pensa che il Paese debba rimanere nella Nato contro il 72% di un anno fa (la quale Nato, per iniziativa di Stoltenberg, non a caso ha pianificato in questo mese una campagna di informazione nazionale). Insomma, le posizioni di Fico, le difficoltà economiche della popolazione ed una martellante campagna di disinformazione filorussa evidentemente più forte che in Italia – più volte invano denunciata dalla premier – hanno reso possibile questo risultato. Ed il rischio di trovarsi un altro Orban nell’Unione Europea è ogni giorno più possibile, tanto più che Fico flirta con i numerosi (ma divisi) partiti di estrema destra slovacchi ed in particolare con Republika, dato in crescita quasi al 10%.
Che poi cosa Fico ci faccia ancora nel gruppo S&D non è dato saperlo: un mese fa Iratxe García Pérez, presidente del gruppo, ha dichiarato che sì, sta valutando la loro sospensione, ma al momento – con le sue posizioni decisamente discutibili su Ucraina, Nato, Putin e Stati Uniti e le sue indigeribili alleanze con l’estrema destra – lo SMER di Fico resta ancora saldamente tra i socialisti. Misteri della fede (socialista).
© Riproduzione riservata