“Occorre un cambio di passo, meno comunicazione da parte di virologi e consulenti, serve una voce unica nel Cts e per quanto riguarda Arcuri lascio giudicare da chi ci ascolta quali siano i risultati sulle mascherine, sui banchi a rotelle, sui vaccini”. È durissimo e senza appello il giudizio di Matteo Salvini sul commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 Domenico Arcuri, nominato da Giuseppe Conte quando era presidente del Consiglio.

Poco prima del Cdm convocato dal neo-premier Mario Draghi per decidere la proroga del divieto di spostamento tra regioni, il leader della Lega ha precisato le priorità del suo partito e specificato che per lui “Draghi ha ben chiara la situazione” e ritiene che “sarà lui a segnare il cambio di passo”.

All’ex presidente della Bce Salvini chiede il licenziamento di Arcuri, reo – secondo lui – di “aver fallito”. Non è la prima volta che il leader del Carroccio si schiera contro il commissario: nei giorni scorsi lo aveva accusato di aver creato problemi “in tutti i settori in cui ha lavorato”. Il riferimento era in particolare alla campagna vaccinale: “Non è possibile che noi siamo pronti e che si debba partire a rilento perché non ci sono le dosi di vaccino. Hanno sbagliato in Europa o a sbagliare è stato Arcuri?”.

Sui vaccini Salvini ha detto in un’intervista ad Affaritaliani.it di aspettarsi “un piano serio e rapido, e un progressivo ritorno alla vita, con la riapertura nelle prossime settimane di tante attività”, tra le quali anche l’autorizzazione per i ristoranti di servire ai tavoli di sera, della quale ha parlato a Mattino24: “Se tantissimi sindaci, anche di colore politico diverso, hanno chiesto la riapertura sera dei ristoranti, non lo chiedono perché sono matti, ma perché ci sono le condizioni per tornare a una vita quanto più normale possibile”. “Dove la situazione sanitaria è sotto controllo e rispettando i protocolli di sicurezza – ha aggiunto Salvini – se la legge permette di mangiare in tranquillità e sicurezza alle 13, deve permetterlo anche alle 20“.

Il leader della Lega non sembra neanche convinto delle nuove tendenze che stanno prendendo quota nella maggioranza, come quella di una nuova chiusura omogenea su tutto il territorio: “Occorre essere sempre più precisi a livello territoriale. Misure prese a livello nazionale, lockdown o zona arancione su tutto il territorio non hanno senso. Se ci sono realtà comunali o provinciali più colpite di altre, si deve intervenire senza penalizzare l’intera popolazione“.

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Napoletano, Giornalista praticante, nato nel ’95. Ha collaborato con Fanpage e Avvenire. Laureato in lingue, parla molto bene in inglese e molto male in tedesco. Un master in giornalismo alla Lumsa di Roma. Ex arbitro di calcio. Ossessionato dall'ordine. Appassionato in ordine sparso di politica, Lego, arte, calcio e Simpson.