Un milione per gli organizzatori, 250mila per la Questura. Questa la forbice della marea umana scesa in strada oggi a Roma per una manifestazione pro-Gaza e contro Israele iniziata pacificamente (e con lo striscione pro 7 ottobre, giornata della resistenza palestinese) e conclusasi con veri e propri atti di teppismo e vandalismo (“fascista” la scritta comparsa sulla stata di papa Giovanni Paolo II a Termini) e feroci scontro con le forze dell’ordine.

Una manifestazione organizzata dal Movimento degli studenti palestinesi e a cui hanno aderito anche Usb, Cgil, Anpi, Arci e i collettivi universitari e studenteschi e andata avanti per la prima fase senza tensioni e al grido di “Free Palestine” o “Palestina libera, dal fiume fino al mare”. Parole di incoraggiamento anche agli attivisti della Flotilla e a Francesca Albanese.

Poi con il passare delle ore la situazione è letteralmente degenerata ‘grazie’ all’entrata in scena dei black bloc che hanno seminato il panico tra i presenti con un lancio di petardi contro le forze dell’ordine (uno è esploso davanti la Fao) e la sede di Casapound, cassonetti bruciati e rovesciati in strada e pali divelti. Il bilancio è di diversi (almeno una quindicina) tra agenti e manifestanti feriti e circa 200 persone identificate, una ventina delle quali fermate e portate in Questura.

“Un sentito ringraziamento alle forze dell’ordine per il lavoro straordinario svolto in questi giorni complessi, nonostante abbiano dovuto fronteggiare aggressioni, lanci di oggetti e tentativi organizzati di scontro. La mia vicinanza va a tutti gli agenti rimasti feriti: la loro professionalità e il loro coraggio rappresentano un presidio indispensabile per la sicurezza della nostra nazione” il commento della premier Giorgia Meloni sui social.

Teppisti che hanno dato in là ad una vera e propria guerriglia urbana con cassonetti divelti in strada e usati come scudo, lanci di bottiglie e petardi contro le forze dell’ordini. A fuoco in via della Statuto un’auto civetta della polizia. Anarchici che si facevano strada tra la folla al grido di “fuori la Digos dal corteo”.

Complessivamente sono state identificate 262 persone. Per tutte sarà valutato il deferimento per i reati di danneggiamento, adunata sediziosa e resistenza a Pubblico ufficiale.

Redazione

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