Non me la sono sentita più, mi dispiace. Non la sentivo come mia figlia, mi dicevo: che c’entro io con lei? Non ce l’ho fatta“, ha spiegato la madre della bimba nata attraverso il sistema della maternità surrogata e poi abbandonata in Ucraina.

Dopo la nascita della piccola e dopo il suo riconoscimento, la coppia è rientrata però in Italia, lasciando la piccola a Kiev nelle mani di un tata pagata per qualche mese.

La coppia, dopo essere stata convocata in procura a Novara, ha confermato l’intenzione di non volere più la bimba, che ha ora 15 mesi. La donna ha spiegato che la sua decisione è arrivata dopo quella del suo compagno, diventato già il padre, ma solo per via genetica.

L’adozione

La bimba è ora al sicuro in Italia: è al momento affidata a una coppia che si è resa disponibile a occuparsene fino al completamento del percorso per l’adozione. I genitori affidatari sono anche già riusciti a rintracciare una baby sitter ucraina, che parla quindi la lingua della bambina.

Ma non si esclude l’ipotesi di un ripensamento da parte del genitore naturale, il padre, o che si presenti in tribunale un parente, dal momento che la procedura dell’adozione non è stata ancora definita dalla Cassazione.

La bambina, riconosciuta inizialmente in Ucraina dalla coppia di Novara, è considerata italiana a tutti gli effetti. La piccina è stata rimpatriata con una operazione gestita dallo Scip (il Servizio per la cooperazione internazionale di polizia) e il coordinamento della magistratura.

Le indagini

Il Tribunale per i minorenni di Torino ha aperto la procedura di adozione per la bambina di un anno nata in Ucraina con tecniche di maternità surrogata e abbandonata a una baby sitter a Kiev da una coppia di Novara. La procura dei Minori, diretta da Emma Avezzù, si è subito attivata, su segnalazione dell’ambasciata italiana a Kiev, assieme a quella di Novara con il procuratore capo Giuseppe Ferrando.

I magistrati novaresi avevano ricevuto diverso tempo fa la segnalazione della situazione da parte dell’ambasciata italiana in Ucraina e hanno collaborato con il servizio internazionale del ministero per individuare la migliore soluzione possibile a vantaggio della piccola. La procura, una volta completato il rientro della bambina sul suolo italiano, ha aperto un fascicolo “modello 45” senza indagati e senza notizie di reato.

Ma le valutazioni giuridiche sono molteplici: l’ipotesi di un procedimento penale per “abbandono di minore” è quella presa in considerazione dai magistrati, per cui è prevista una pena che va dai 6 mesi ai 5 anni. Ma prima occorre districarsi nel labirinto di norme, leggi e convenzioni internazionali.

Redazione

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