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Campania, allarme del settore fieristico: ”Abbandonati da istituzioni”
Dopo mesi di colloqui, proposte, progetti ed ipotesi di rilancio avanzate dalle Fiere Associate, cala il silenzio piu’ buio e preoccupante sul comparto fieristico campano, motore di straordinaria visibilita’ per le produzioni, i servizi e il turismo di Napoli e della Campania. Asset strategico per il rilancio post Covid, come riconosciuto in tutta Italia, tranne che a Napoli. E’ questa la denuncia di Fiere Campane, l’associazione che raccoglie la maggior parte dei grandi eventi fieristici di Napoli, fermi da oltre un anno per il covid19. “Prima di scomparire definitivamente – spiega Luciano Paulillo, Presidente di Fiere Associate che racchiude, tra gli altri, Aestetica, Fiera del Baratto e dell’Usato, Comicon, EnergyMed, TuttoPizza, VitignoItalia, Antiquari in Mostra, Siferr, TuttoHotel, VideoGameShow, 442 La fiera del calcio, Vebo – sollecitiamo con quest’ultimo tragico grido di allarme le Istituzioni locali a dare risposte positive e concrete, e ad agire subito. Dai prossimi giorni mobiliteremo l’intero comparto, composto dagli imprenditori che investono privatamente nell’organizzazione delle fiere, dagli allestitori, dagli albergatori, dai fornitori tecnici, dai ristoratori, dalle societa’ di hostess e steward, dalle agenzie pubblicitarie, dai tour operator e agenzie di viaggi, alle imprese di affissionistica. Non possiamo credere che Comune, Regione e Camera di Commercio vogliano farci fallire come dimostrato finora con tante promesse e nessun fatto, che vogliano far scappare le fiere da Napoli e dalla Campania e cosi’ far fallire anche le sedi fieristiche, a partire dalla Mostra d’Oltremare”. Gli organizzatori, si legge in una nota, gia’ dallo scorso aprile hanno proposto soluzioni per la crisi. Il sindaco de Magistris, scrivono gli organizzatori, fu il primo a rispondere che avrebbe impegnato l’amministrazione. Invece, dopo un altro confronto avuto a meta’ agosto, e numerosi solleciti da parte degli organizzatori, che hanno anche incontrato piu’ volte l’ex Vice Sindaco Panini e l’Assessore Galiero, il Comune di Napoli non risponde piu’, non pone in essere alcuna azione per salvare le fiere, non impegna la propria partecipata Mostra d’Oltremare e abbandona il mondo delle esposizioni, costrette a cercare casa altrove. Nulla ancora e’ dato sapere circa la annunciata delibera di riduzione straordinaria dei canoni locativi di altri spazi, come lungomare, Castel dell’Ovo. La Mostra d’Oltremare, che ha un bilancio 2019 con 3 milioni di utile netto, non ha ancora coordinato il calendario delle fiere, e non ha accolto nessuna delle richieste degli organizzatori. La Regione Campania, solo nella persona dell’assessore Marchiello, ha acceso un barlume di speranza ad agosto scorso, poi svanito nel nulla. Eppure la Regione ha la competenza legislativa sulle fiere dal 2001 ma, al contempo, la Campania e’ l’unica regione in Italia a non avere alcuna Legge in materia fieristica. E, nell’attesa, si sta facendo superare da regioni limitrofe come Lazio e Puglia pronte a diventare protagoniste delle fiere del centro-sud Italia, il cui primato era di Napoli. Un impegno c’e’ stato, ma per ora solo dichiarato, da parte del Presidente della Camera di Commercio di Napoli, Ciro Fiola, nella sua qualita’ di presidente di UnionCamere Campania. Ha sempre sostenuto di voler salvare il comparto fieristico, ma insieme agli enti locali. Buone intenzioni, quindi, cadute nel vuoto. A Napoli ed in Campania, gli oltre 150 milioni di indotto economico che ricadeva sul territorio ogni anno fino al 2019, grazie alla realizzazione delle fiere ed al lavoro degli organizzatori fieristici, sembra non interessare piu’, almeno agli Enti Locali ed alla Mostra d’Oltremare. Il comparto fieristico napoletano e campano puo’ morire definitivamente, e con esso gli oltre 3.500 addetti.
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