Si trasmette principalmente per via alimentare
Firenze, in pochi giorni due bambine colpite da una rara e gravissima infezione: morta una delle piccole. Allarme Seu, vomito e diarrea tra i sintomi
I casi sono stati subito segnalati al ministero della Salute e all’Istituito superiore di sanità dall’Asl Toscana centro. Nel giro di due settimane due bambine sono state ricoverate all’ospedale pediatrico Meyer, colpite dalla grave sindrome emolitico-uremica, cosiddetta Seu (dall’acronimo). La più piccola, due anni appena, calabrese, non ce l’ha fatta a sopravvivere ai danni causati dalla malattia acuta rara. Nonostante il tempestivo intervento e la somministrazione dei farmaci più appropriati in terapia intensiva, il decorso è stato così fulminante da non lasciare scampo. L’altra bambina, aretina, sta lottando al Meyer. Anche lei colpita da Seu. Dopo una lunga permanenza in terapia intensiva, adesso è ricoverata in reparto.
La sindrome colpisce prevalentemente i bambini nei primi anni di vita e causa la formazione di piccoli coaguli di sangue (trombi) in tutto il corpo che bloccano l’apporto di sangue a organi vitali come il cervello, il cuore e i reni. Nella sua forma tipica (per circa l’85% dei casi), la Seu è la più grave complicanza di un’infezione intestinale batterica, causata da ceppi di Escherichia coli (Stec) che producono una potente tossina detta Shiga-tossina (Stx) o vero-citotossina (Vt).
L’infezione si trasmette principalmente per via alimentare: possono essere contaminati cibi, in particolare latticini o frutti di bosco. Ma può essere contratta anche a seguito di contatti stretti con animali ruminanti infetti oppure con un ambiente contaminato o, ancora, per trasmissione tra persone che abbiano avuto qualche contatto con tracce di feci. Anche in questo caso l’igiene delle mani è fondamentale per evitare la diffusione del batterio.
Si possono manifestare focolai epidemici sia in famiglia sia in asili, scuole, palestre. Si tratta di una patologia che manifesta un quadro grave che dipende anche da fattori di rischio, tra cui l’età e le condizioni di salute generale. I bambini sotto i 5 anni di età sono i soggetti maggiormente esposti al rischio infezione. Esistono anche forme atipiche di Seu (che rappresentano circa il 5-10% dei casi) che non sono legate a cause infettive. Tra queste, le principali sono mutazioni genetiche che possono colpire, anche a distanza di tempo, persone della stessa famiglia e manifestarsi in età adulta.
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