Ma le prove? Dove sono le utilità promesse o ricevute?
Inchiesta Milano, il Riesame può già smantellare il teorema della Procura che rilancia con chat “cazzare” (a mezzo stampa) e ipotesi suggestive
Dopo l’annullamento degli arresti per Bezziccheri e Scandurra, oggi il tribunale decide anche sulla revoca dei domiciliari per Pella, Tancredi e Marinoni. L’udienza di questi ultimi doveva essere ieri, ma la Procura ha di corsa aggiunto “nuovi elementi”: chat estrapolate dai cellulari sequestrati il 16 luglio. Documenti puntualmente conosciuti prima dalla stampa che dai diretti interessati
Eh già, roba da non dormirci la notte, quella chat WhatsApp denominata “Pirellino”, depositata agli atti dalla Procura come presunta prova di reato. A scambiarsi messaggi l’ex assessore alla Rigenerazione Urbana Giancarlo Tancredi, l’imprenditore Manfredi Catella e il direttore generale del Comune Christian Malangone. Il 12 marzo 2024, Tancredi scrive ironicamente a Catella: “Ma mi confermi come assessore?”. La risposta del numero uno di Coima è: “Voi siete i best ever. Io se volete vi faccio da segretario”. E Malangone si unisce e aggiunge: “Me lo tatuo sulla schiena”.
Le chat tutte da decifrare
Quando i pm hanno letto quelle frasi devono aver provato un brivido, quello classico di quando ci si imbatte in qualcosa che scotta, che nasconde trame oscure, rapporti inconfessabili. L’aggiunta Tiziana Siciliano e i pm Marina Petruzzella, Paolo Filippini e Mauro Clerici hanno infatti sostenuto che “Tancredi è consapevole del fatto che, grazie alla sua azione, gli interessi di Coima vengono massimizzati, tant’è che ironizza su una sua riconferma come assessore alla Rigenerazione Urbana da parte di Catella in persona, come se quest’ultimo fosse il sindaco di Milano”. Peccato che quegli scambi di battute fossero tra soggetti che si erano ben scornati, ad esempio sul progetto del Pirellino (l’ex palazzo comunale di via Pirelli 39 acquistato da Coima per 193 milioni nel 2019) con tanto di cambi di piani di destinazione da parte del Comune e risposte a base di ricorsi a Tar e Consiglio di Stato a firma di Coima e richiesta di risarcimento per 69 milioni. Catella, negli interrogatori del 23 luglio davanti al gip, aveva definito il Pirellino “la più grande fregatura che io abbia mai subito”. Non solo per l’inchiesta che ne è scaturita, ma per il vincolo Ers (edilizia residenziale sociale) imposto retroattivamente dal Comune dopo l’acquisto, quando l’allora assessore all’Urbanistica Pierfrancesco Maran cambiò le carte in tavola.
Il Riesame, le prove (dove sono?) e le chat ‘cazzare’
Ma la Procura non molla, e vorrebbe perfino alzare il tiro, valutando se fare appello anche per l’induzione indebita che il gip Mattia Fiorentini ha negato nei confronti del sindaco Beppe Sala. Proprio oggi il Riesame decide sulla revoca degli arresti domiciliari per Federico Pella, Giancarlo Tancredi e Giuseppe Marinoni. Il 20 agosto toccherà a Manfredi Catella. L’udienza di Tancredi e Marinoni doveva essere lunedì 12, ma la Procura ha di corsa aggiunto “nuovi elementi”: chat estrapolate dai cellulari sequestrati il 16 luglio, selezionate attraverso ricerche per parole chiave. Documenti puntualmente conosciuti prima dalla stampa che dai diretti interessati, tanto che l’avvocato Giovanni Brambilla Pisoni, difensore di Tancredi, ha ironizzato: “Siccome ho appreso prima dalla stampa che avrebbero depositato oggi, provvederò nello stesso modo avvertendo prima la stampa e poi depositando”.
La Procura ha anche depositato una memoria in cui parla di “dimensioni sconcertanti e di autentico allarme sociale, in termini di mercimonio della funzione pubblica”. Frasi tonanti, ma le prove? Dove sono le utilità promesse o ricevute? Per ora non si sembra andare molto più in là di chat “cazzare” e di ipotesi suggestive. Il fatto è che lo stesso Riesame di Milano ha già inferto il primo, significativo colpo all’impalcatura accusatoria costruita dalla Procura nell’inchiesta sull’urbanistica milanese. L’imprenditore Andrea Bezziccheri, arrestato il 31 luglio e rinchiuso a San Vittore, e l’architetto ed ex componente della Commissione Paesaggio Alessandro Scandurra, costretto ai domiciliari, sono tornati liberi lunedì 12 agosto. Un dispositivo secco, senza altre misure cautelari: dovremo attendere 45 giorni per comprendere le motivazioni ma già racconta di una certa foga accusatoria.
Tre anni sotto scacco
La reazione della Procura è stata immediata e prevedibile: ricorso in Cassazione. Quasi che l’annullamento delle misure cautelari fosse un affronto personale piuttosto che l’esercizio di un controllo giurisdizionale dovuto. Il Riesame potrebbe aver rilevato l’assenza di quei “gravi indizi” che pure il gip Fiorentini aveva creduto di ravvisare, o più semplicemente la carenza di esigenze cautelari attuali. In entrambi i casi, siamo di fronte a una smentita del teorema che aveva portato sei persone agli arresti lo scorso 31 luglio. L’avvocato Andrea Soliani, difensore di Bezziccheri, ha commentato: “Da ottobre 2022 Andrea porta nelle aule di giustizia elementi per dimostrare che non ha commesso alcun reato. Continuerà a farlo, nella speranza che emerga definitivamente la circostanza per cui, da buon imprenditore, ha sempre rispettato le regole”.
Una dichiarazione che riassume bene quasi tre anni con imprenditori e professionisti sotto scacco e una metropoli paralizzata tra cantieri bloccati e funzionari terrorizzati alla prospettiva di apporre la firma su un qualsiasi atto. Nel frattempo, emergono altri dettagli. In una delle nuove chat depositate, definite “molto interessanti” dai pm, Catella avrebbe scritto a Tancredi messaggi “dal tono dirigista con cui sembra dettare delle regole”. Ma leggendo il contenuto, sembrano più scambi professionali su come gestire incontri istituzionali che prove di chissà quali trame oscure.
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