Inchiesta Milano
Inchiesta Milano, Sala non si dimette: “Le mie mani sono pulite. Ho agito nell’interesse dei cittadini”. Botta e risposta in aula, tensione fuori Palazzo Marino
“Dobbiamo mantenere gli impegni presi con gli elettori, le miei mani sono pulite”. Giuseppe Sala respinge le ipotesi di dimissioni nel suo primo discorso in Consiglio Comunale dopo l’inchiesta Milano. Prende la parola alle 16:36: “Sono giorni confusi in cui tutto sembra diventare oscuro ed è fonte di grandissima sofferenza il mio coinvolgimento nell’indagine – ammette – ma le mie mani sono pulite. Ho agito nell’interesse dei cittadini. Non c’è un solo gesto che possa essere ricondotto a un tornaconto personale: ho la coscienza pulita”.
Botta e risposta in aula con Marcora
L’intervento è stato più volte interrotto dai banchi dell’opposizione. Toni accesi durante un confronto con Enrico Marcora, consigliere di Fratelli d’Italia ed ex candidato in una lista a sostegno dello stesso sindaco, che aveva condiviso sui social un’immagine del primo cittadino vestito con una tuta a righe bianche e nere, simile a quella dei detenuti nelle caricature. “Da una certa politica ho visto solo comportamenti sgarbati e irrispettosi”, ha replicato il sindaco. “Al consigliere Marcora voglio dire che ho segnalato il suo gesto ai vertici del suo partito, al presidente del Consiglio e al presidente del Senato. Quello che mi hanno risposto lo tengo per me – ha aggiunto – ora starò a vedere: se la forza politica a cui lei ha aderito le farà fare carriera, vorrà dire che condivide e appoggia il suo comportamento. Se ciò non avverrà, il partito che governa la nostra nazione ha un minimo rispetto istituzionale e ci tiene”.
La fuga di notizie
Nel suo discorso, il primo cittadino si è soffermato anche sull’operato della magistratura e sul modo in cui ha appreso dell’indagine a suo carico: “Non intendo giudicare il lavoro della magistratura, ma ritengo doveroso raccontare come sono andate le cose. Mi sembra inaccettabile un atteggiamento che, purtroppo, si ripete spesso nel nostro Paese. Secondo quanto riportato dai media, la magistratura non avrebbe ritenuto necessario notificarmi nulla, perché non erano previste attività che richiedessero la mia presenza. Lo comprendo e lo rispetto. Tuttavia, mi chiedo: se solo la magistratura ha l’autorità per rendere pubblici questi atti, com’è possibile che ne sia venuta a conoscenza la stampa?”. E ha concluso rivolgendosi direttamente agli altri politici in aula: “Vi chiedo: davvero continuiamo a ritenere accettabile che in una città – o in un Paese – chi amministra venga messo alla berlina su indagini che dovrebbero restare riservate?”.
Inchiesta Milano, l’assessore Tancredi si dimette
“Se trovo ancora la motivazione non è per mia ambizione ma per l’insegnamento che ho ricevuto da mio padre: ‘fai quello che vuoi nella vita, ma ricordati che io ti guarderò e vorrò essere certo che starai facendo il tuo dovere fino in fondo’. E oggi sono più che mai motivato a fare il mio dovere fino in fondo e a proseguire con l’incarico che i milanesi ci hanno affidato”, ha concluso Sala. Standing ovation dei consiglieri di maggioranza al termine del discorso del sindaco, ma subito prende la parola l’assessore alla Rigenerazione Urbana Tancredi annunciando le sue dimissioni: “Ma la mia coscienza è pulita. Questo mio gesto spero sia di aiuto per una maggiore serenità e per arrivare il prima possibile a fare chiarezza. Devo esprimere la mia delusione per la posizione di alcune forze di maggioranza. Con buona pace del principio del garantismo”.
Tensione fuori Palazzo Marino
Nel frattempo, all’esterno di Palazzo Marino si sono registrati momenti di tensione: alcuni attivisti di Potere al Popolo hanno tentato di oltrepassare le transenne, venendo bloccati dalle forze dell’ordine presenti per mantenere l’ordine pubblico. Caos anche nelle lunghe code e barriere metalliche che hanno circondato l’ingresso dell’edificio, dove decine di cittadini hanno atteso pazientemente di poter accedere all’Aula consiliare.
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