E Giorgetti media tra FdI, Lega e FI sulla tassazione dei dividendi
Manovra, tassazione aggiuntiva ai piccoli pacchi postali: l’obiettivo è colpire portali di moda e abbigliamento cinesi
L’ipotesi è quella di portare dal 10% al 5% la percentuale di partecipazione minima. Il governo valuta una norma per contenere la concorrenza dei grandi portali di moda. La sorella di Giorgia chiarisce sul Garante della Privacy: “Una breve chiacchierata”
Niente rivoluzioni, solo interventi puntuali, con coperture. Parola del capogruppo della Lega a Palazzo Madama, Massimiliano Romeo. Messaggio ai naviganti: non aspettatevi grandi modifiche. Eppure il confronto a distanza tra gli incendiari delle minoranze e i pompieri della maggioranza resta teso. Toni accesi, accuse veementi, più da vigilia elettorale che da confronto sulla Legge di Bilancio, la penultima del governo Meloni.
Il primo a salire sulle barricate è il numero uno dei senatori del Pd, Francesco Boccia, che riesuma toni da lacrime e sangue: “Il costo della vita è aumentato, i prezzi del carrello della spesa sono aumentati, i salari rimangono bassi, e se ti vuoi curare devi pagare il privato perché altrimenti affronti liste d’attesa infinite”. Tutto “va male”, madama la marchesa. Lo segue a ruota il leader del M5S, Giuseppe Conte: “Il fallimento epocale di Transizione 5.0, aggiungiamo il fallimento dell’Ires premiale: la misura è rimasta in vigore qualche mese, poi si è rivelata talmente inutile che lo stesso esecutivo l’ha dovuta gettare nel cestino”. Poi ironizza: “Questa volta di chi è la colpa? Del Superbonus, dei chiodi, dei giornalisti o dei giudici?”.
Nel frattempo la maggioranza si concentra su alcune modifiche, come quella di introdurre nella Legge di Bilancio una tassazione aggiuntiva sui piccoli pacchi postali, quelli sotto i 150 euro, provenienti da fuori la Ue. L’obiettivo è di contenere la concorrenza dei grandi portali di moda e abbigliamento, soprattutto cinesi. Alcuni correttivi, poi, dovrebbero arrivare anche sulla tassazione dei dividendi su cui lo stesso titolare del Mef, Giancarlo Giorgetti, aveva anticipato di essere al lavoro per “cercare di trovare delle soluzioni”. In base a quanto emerge all’indomani dell’incontro al Ministero, l’ipotesi potrebbe essere quella di abbassare dal 10% al 5% la percentuale di partecipazione minima per accedere alla tassazione all’1,2%. Per Forza Italia parla il portavoce Raffaele Nevi: “Cercheremo di trovare la quadra e risolvere alcune questioni, come gli affitti brevi e le compensazioni dei crediti con il pagamento dei contributi”. A suo giudizio, “la maggioranza condivide l’impianto complessivo, che tiene i conti in ordine e guarda al futuro dell’Italia con una prospettiva diversa rispetto al passato”. Niente paura, tutto procede.
L’altro focolaio resta il Garante della Privacy, che secondo Pd e M5S dovrebbe rassegnare le dimissioni in blocco. “Vista l’ultima puntata di Report e letti i giornali, le contestazioni che mi sono state mosse sono piuttosto inconsistenti”, risponde Guido Scorza, componente dell’Authority a Un Giorno da Pecora. “La percentuale delle mie dimissioni?”, specifica, “In questo momento sono particolarmente basse”. Un modo elegante per dire: non fatevi illusioni. Torna sul tema Arianna Meloni, responsabile della segreteria politica di Fratelli d’Italia, in un’intervista a Panorama: “Agostino Ghiglia è passato in fondazione. Abbiamo chiacchierato due minuti. Niente di che”. Una tempesta in un bicchiere d’acqua. Entra a gamba tesa Matteo Renzi: “Altro che azzerare il Cda, va chiusa la baracca nata con ottime intenzioni e finita a fare marchette agli amici”. Più articolata la posizione di Carlo Calenda: “L’unico modo per cambiare le cose è cambiare il meccanismo di nomina”.
Insiste il Pd, di nuovo con il capogruppo Boccia: “Chiediamo un azzeramento politico e morale, prima ancora che formale. Le inchieste di Report mostrano una gestione a dir poco allegra dell’Autorità”. “Incredibile che ci si chieda di intervenire, in un altro caso provocherebbe scandalo”, replica il capogruppo di FdI al Senato Lucio Malan. Il M5S, con la senatrice Dolores Bevilacqua, insiste: “Quanto è emerso è gravissimo ed è grave che l’Authority faccia finta di niente: Giorgia Meloni sugli incontri della sorella con Ghiglia non ha detto niente”. La verità secondo Sigfrido Ranucci. Insomma, tra ritocchi minimi e polemiche massime, più che un grande falò sembra un barbecue di fine stagione.
© Riproduzione riservata







