Il centrodestra accelera sulla «mozione a due condizioni» per il riconoscimento dello Stato di Palestina. Mentre i gruppi parlamentari di maggioranza iniziano a discutere delle prime bozze, Marco Scurria prevede tempi brevi per l’approdo del testo in Aula. Magari già il 2 ottobre, in occasione delle comunicazioni del ministro degli Esteri Antonio Tajani. Il senatore di Fratelli d’Italia rilancia la proposta di Giorgia Meloni e chiede il sostegno delle opposizioni: «Basta balbettare su Hamas, serve chiarezza sul futuro della Striscia senza i terroristi».

Meloni ha annunciato una mozione di maggioranza per il riconoscimento della Palestina, ma l’iter parlamentare spesso è lungo e intricato. Che tempi dobbiamo aspettarci?
«Penso che i tempi saranno abbastanza rapidi. Anche perché a inizio ottobre c’è il Consiglio europeo, e la presidente del Consiglio vorrà arrivare all’appuntamento con una linea chiara su questo tema».

Veniamo ai contenuti. Le condizioni sono la liberazione degli ostaggi e l’esclusione di Hamas da Gaza, ma è difficile aspettarsi che i terroristi rinuncino al loro potente potere di ricatto. La proposta rischia di rimanere un’utopia…
«Ovviamente Hamas non è d’accordo ad essere esiliata. Ma noi non possiamo accettare uno Stato di Palestina con Hamas al governo: deve essere considerata, anche dagli stessi palestinesi, una volta per tutte, un’organizzazione terroristica. E uno Stato guidato da un’organizzazione terroristica va perseguito. Proprio come fu per le Brigate Rosse in Italia, un corpo estraneo allo Stato».

L’odio antisemita è radicato in una larga parte della società. Siamo sicuri che l’Anp in futuro non rappresenterà comunque una minaccia per Israele?
«Stiamo parlando di un trattato politico. L’Autorità nazionale palestinese sa che può arrivare a uno Stato palestinese solo se riconosce Israele. E non dimentichiamo che ci sono tanti Stati arabi che non riconoscono Israele, e quindi a maggior ragione questo vale per l’Anp. Serve un riconoscimento reciproco: Israele non deve più temere razzi».

MARCO SCURRIA, SENATORE

La sinistra ha già messo le mani avanti, lasciando intendere che non sosterrà la mozione. Eppure debellare i terroristi dovrebbe essere la priorità di tutti i partiti. Che segnale sarebbe il «no» delle opposizioni?
«Alcune forze dell’opposizione balbettano quando si parla di Hamas. Ciò che ha proposto la presidente del Consiglio non solo è ragionevole, ma è anche assolutamente in linea con quello che abbiamo sempre detto. Noi, anche dopo il 7 ottobre, abbiamo sostenuto che l’unica soluzione fosse quella dei due popoli e due Stati. Da parte nostra non è mai stata messa in discussione la possibilità che potesse esistere uno Stato di Palestina. Quello che abbiamo sempre messo in discussione è che non può essere riconosciuto uno Stato in cui sostanzialmente le redini ce l’ha un’organizzazione terroristica come Hamas».

Insomma, l’opposizione è avvisata: nessuna carta bianca per il riconoscimento.
«Esatto, anche perché c’è una questione tecnica. Se andiamo a vedere quali sono i requisiti che le Nazioni Unite stesse chiedono per il riconoscimento di uno Stato, ci sono diversi punti fermi sulla sovranità di quello Stato: ad esempio si prevede che quello Stato non provochi militarmente o politicamente. La Palestina può esistere, deve esistere, a patto che ci si indirizzi su una via pacifica e democratica, non su uno Stato terrorista».