I maltrattamenti al 'Don Uva'
Pazienti psichiatrici picchiati e abusati sessualmente, orrore in una clinica di Foggia: 15 arresti per uno “scenario agghiacciante”
Maltrattamenti e abusi sessuali all’interno di una struttura socio sanitaria, la ‘Opera don Uva’ di Foggia. Con queste accuse 15 tra operatori sanitari, infermieri e ausiliari sono stati arrestati e altrettanti sono stati raggiunti da misure cautelari: vittime sarebbero state secondo le indagini coordinata dalla Procura di Foggia e condotte i carabinieri Nucleo Investigativo e del Nas 25 pazienti psichiatrici ricoverati nella struttura
Le accuse sono di maltrattamenti aggravati, sequestro di persona, violenza sessuale, favoreggiamento personale nei confronti di almeno 25 pazienti ricoverati.
Le vittime erano degenti in condizioni di incapacità e o di inferiorità fisica o psichica ricoverate nel reparto femminile di psichiatria di lunga degenza ed hanno tutte tra i 40 ed i 60 anni.
L’inchiesta, scattata la scorsa estate, ha portato alle 15 misure cautelari odierne e alla perquisizione delle abitazioni dei 30 indagati totali: blitz effettuato anche negli uffici e nei locali della struttura sanitaria, i cui vertici non risultano indagati.
Pazienti picchiati, chiusi in stanza e legati
Il quadro delle violenze subite dai pazienti sarebbe “agghiacciante”, come lo definisce il gip Marialuisa Bencivenga nelle 314 pagine del provvedimento cautelare.
Secondo quanto rilevato dai carabinieri i maltrattamenti erano quotidiani: i pazienti venivano chiusi in stanza e legati a letti e sedie con le lenzuola, venivano umiliati, picchiati, minacciati e offesi. I loro carnefici approfittavano della loro età avanzata e della loro disabilità.
Nell’elenco delle brutalità vi sono anche gli abusi sessuali compiuti da un operatore su una donna e quelle dell’Oss che ha indotto un paziente a violentare una donna.
Come sottolinea l’Ansa, ai 30 indagati sono contestati a vario titolo due espisodi di violenza sessuale, 19 episodi di maltrattamenti, 13 sequestri di persona e uno di favoreggiamento personale. Quest’ultimo reato fa riferimento al tentativo di alcuni indagati di cercare microspie e telecamere installate nella clinica dai carabinieri per accertare le violenze.
Reati in gran parte aggravati anche dall’essere stati compiuti ai danni di soggetti gravemente disabili, dall’aver agito con crudeltà e approfittando dello stato di minorata difesa delle vittime.
Gli indagati sospesi
“Abbiamo provveduto alla sospensione di tutte le persone coinvolte e procederemo ai licenziamenti laddove ce ne saranno gli estremi“. Lo afferma in una dichiarazione l’amministratore delegato di ‘Universo Salute’, Luca Vigilante, riferendosi alle indagini che hanno portato alla notifica di 30 misure cautelari nei confronti dei dipendenti della società che opera nell’ex istituto ortofrenico di Foggia. Secondo l’ad, è “massima la collaborazione della proprietà e dei vertici di Universo Salute nelle indagini“. “Siamo in attesa – aggiunge – dei dettagli del lavoro svolto dalla magistratura in collaborazione con la nostra amministrazione che, sin dal primo giorno, ha lavorato per la tutela dei pazienti, soprattutto di quelli più fragili sul piano mentale, chiedendo a tutte le Organizzazioni sindacali e a tutti i lavoratori l’autorizzazione all’installazione di telecamere anche nelle camere. Questo alla luce della delicatezza del tipo di lavoro. L’autorizzazione ci venne concessa solo in alcune zone, per giunta note a tutti i lavoratori“.
“Intanto – conclude Vigilante – l’amministrazione aveva già operato dei licenziamenti per atti non conformi alla dignità e alle regole della comunità. Per cui noi continueremo ad essere cooperativi e collaborativi. Abbiamo provveduto alla sospensione di tutte le persone coinvolte e procederemo ai licenziamenti laddove ce ne saranno gli estremi“.
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