L'ex sindaco di Verona prenota il ritorno come assessore alla Sanità
Regionali Veneto, Tosi: “Forza Italia supererà il 12%, ci spetta più peso in Giunta. Zaia? Mai vista lista che porta nome presidente uscente”
L’europarlamentare di Forza Italia sarà capolista ovunque: “Gli azzurri avranno più assessorati”
Flavio Tosi è ottimista: Forza Italia raggiungerà la doppia cifra alle elezioni in Veneto, e ha le carte per superare il 12%. Anche perché Alberto Stefani è «il miglior punto di equilibrio possibile» che il centrodestra potesse trovare per la candidatura. L’europarlamentare azzurro e coordinatore del partito regionale, che sarà capolista ovunque ed è pronto a vestire di nuovo i panni di assessore alla Sanità, mette in guardia gli alleati: i conti si faranno a urne chiuse, e bisognerà riconoscere a FI il giusto peso in Giunta. Tradotto: prevedere un solo assessorato sarebbe «ridicolo». E sulla lista Zaia taglia corto: «Non si è mai vista la lista che porta il nome del presidente uscente». Insomma, non se ne parla.
Dopo mesi di riflessioni e dialoghi fitti, il centrodestra ha trovato l’accordo: Alberto Stefani è il profilo giusto per vincere in Veneto?
«Certamente sì, è stato sindaco ed è parlamentare. È in gamba, capace, ha competenza amministrativa e sa ascoltare e mediare. Caratteristiche importanti, perché la prossima legislatura sarà plurale e non monocratica, con tutti i partiti del centrodestra che avranno peso in Giunta e si confronteranno per la buona amministrazione e il bene dei veneti».
Anche lei era tra i papabili per la candidatura, ma alla fine è sfumata. L’ha presa come uno smacco?
«No, è normale quanto accaduto. Io ho sempre detto che sarebbero stati i tre leader della coalizione, quindi Giorgia Meloni, Antonio Tajani e Matteo Salvini, a stabilire chi fosse il candidato del centrodestra in Veneto e nelle altre Regioni al voto. La scelta doveva essere il frutto di un giusto equilibrio tra tanti fattori e più Regioni, e così è stato. Alberto Stefani rappresenta il miglior punto di equilibrio possibile».
Forza Italia, ormai sempre più consolidata come secondo partito della coalizione, pretende un ruolo importante. Lei è pronto a tornare come assessore alla Sanità?
«In Veneto, FI arriverà abbondantemente in doppia cifra e avrà un ruolo e un peso importante nella prossima Giunta. Personalmente sono a disposizione del mio partito. In questo contesto mi attengo alle parole che il nostro leader Antonio Tajani ha pronunciato, e cioè che Forza Italia avrà più assessorati e che, in particolare, la richiesta che avanzerà al tavolo del centrodestra sarà che il sottoscritto faccia l’assessore alla Sanità. Senza voler peccare di presunzione, ho già ricoperto questo ruolo e in questo campo ho esperienza e le competenze necessarie».
Dunque immagino che per FI sarebbe inaccettabile poter vantare un solo assessorato…
«Sarebbe chiaramente ridicolo, ma non mi pongo nemmeno il problema. Con i numeri che Forza Italia avrà, potrà certamente rivendicare un peso ben maggiore. Siamo in continua crescita anche in Veneto, basta andarsi a rivedere i consensi ottenuti dal 2020 alle ultime europee: siamo passati dal 3 al 9%. E con le prossime regionali saliremo ancora. Ma i retroscena letti su alcuni giornali lasciano il tempo che trovano: infatti non esiste nessun accordo sugli assessorati, e oltretutto gli accordi si fanno tra i tre alleati, quindi anche con Forza Italia, e non in due. Ma soprattutto le intese si sottoscrivono dopo le urne in base ai voti di ogni partito. I conti li faremo lì. È sempre stato così e sempre sarà così».
Lei sarà capolista in tutto il Veneto: gli azzurri hanno le carte per puntare almeno al 10%?
«Credo che il partito possa arrivare almeno al 12% dei consensi. In realtà sono convinto che possiamo andare anche oltre, quindi dal 12% in su, ma per scaramanzia dico 12%. Sarò capolista ovunque, come mi è stato chiesto espressamente dal partito e dal mio leader. Presenteremo liste competitive in ogni Provincia, con donne e uomini conosciuti e molto radicati sul territorio, sindaci e amministratori locali».
Il centrodestra frena sulla lista Zaia, ma il governatore non l’ha presa bene e ha minacciato di tirare dritto. Teme che possa innescarsi un pericoloso scontro interno? Il centrosinistra non aspetta altro…
«Non faremo questo regalo al centrosinistra, ma comunque anche in questo caso non si pone il problema, dal momento che il centrodestra ha indicato Alberto Stefani come candidato unitario. E Stefani, come dicevo, rappresenta il miglior punto di equilibrio. Quindi siamo tutti per e con Stefani, la coalizione è unita e non ci saranno né tensioni né contraccolpi. Peraltro, il centrodestra ha sempre avuto regole chiare in 31 anni di storia: non si è mai vista la lista che porta il nome del presidente uscente. Infine, Zaia è un autorevolissimo dirigente della Lega, quindi il tema Zaia riguarda la Lega e non l’intero centrodestra».
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