A Napoli le Olimpiadi dei saperi positivi: scuola e terzo settore in campo per i giovani

Una prima parola chiave è «sinergia». Una seconda è «cultura». Di mezzo ci sono i giovani e le opportunità per costruire il loro futuro. Un futuro al quale si propongono di mirare le Olimpiadi dei saperi positivi, operazione culturale che mette insieme scuole di primo e secondo grado di realtà e territori diversi, dal centro di Napoli alla provincia, in collaborazione con l’associazione Pietrasanta del terzo settore. Giunta alla sua terza edizione, l’iniziativa si pone come alternativa al vuoto culturale che purtroppo, e soprattutto nei territori del Sud, inghiotte moltissimi giovani in età adolescenziale.

Anima dell’iniziativa è la preside Laura Colantonio che spiega: «Ho promosso questa opportunità di accordo quadro tra l’università Federico II e la direzione dell’associazione Pietrasanta e le Olimpiadi dei saperi positivi fanno da trait d’union tra le scuole e il terzo settore». In cosa consiste questo accordo? «Stiamo incontrando l’adesione forte da parte delle scuole, si tratta di mettere a sistema dei percorsi per le competenze trasversali all’interno dell’orientamento che in genere sono un tallone d’Achille sia per scuole sia per le università. Sono percorsi che le scuole possono scegliere o costruire insieme a noi e finalizzati ad accompagnare gli studenti in scelte accademiche più responsabili e consapevoli».

Un’opportunità di conoscenza, dunque, al fine di agevolare le future esperienze nel mondo dell’università e del lavoro. In un certo senso, quindi, anche un’alternativa ai programmi scuola-lavoro. Con un valore aggiunto che è la cultura. «Abbiamo scelto di collaborare con l’associazione Pietrasanta – spiega la preside Colantonio – perché ha grandi risolse culturali, è nella città sommersa ed emersa. Stiamo veicolando la cultura del bene architettonico con studi e valorizzazioni che possono essere un volano per il territorio. Quindi – aggiunge la dirigente scolastica – una cultura che ricade sul territorio sia in termini di offerte culturali e quindi di ascolto delle esigenze del territorio stesso, sia come spinta economica e sociale». L’iniziativa coinvolge studenti delle scuole secondarie e superiori. «Ci proponiamo di evitare la parcellizzazione della formazione per i ragazzi dai quali poi all’improvviso ci viene in mente di esigere interdisciplinarità».

«Nessuna pretesa di sostituisci alla scuola – chiarisce la Colantonio, dirigente Liceo Classico e Scientifico ‘Francesco Sbordone’ di Napoli . Con l’Acropoli dei saperi, interfaccia delle Olimpiadi dei saperi positivi, apriamo anche alla società civile per affrontare temi di interesse non solo culturale ma anche di attualità e di pubblica utilità. Quest’anno il tema è l’acqua come bene comune, come esigenza ambientale e ci consente approcci sul piano sia scientifico, sia giuridico sia delle memorie classiche con lo studio dei testi da cui proviene la nostra cultura, che è greca e latina nell’anima». Tutto in tandem con l’università Federico II, «presto contiamo di aprire le porte anche all’università Orientale».

Un dialogo a più voci, e anche aperto a più generazioni. Una sorta di interazione generazionale per creare percorsi formativi consapevoli. «Sì, infatti ci sono studenti universitari che stanno completando il loro percorso o giovani ricercatori che seguono gli allenamenti dei ragazzi più piccoli o tengono dei seminari», spiega Colantonio. Nato in periodo di piena pandemia, oggi il progetto punta a creare interazioni e incontri culturali da vivere di persona, e non solo in via telematica. Trattandosi di Olimpiadi, infine, non manca l’aspetto competitivo, di prova e di misurazione delle proprie conoscenze con prove e premi: «I ragazzi – conclude la preside – possono affrontare prove sia per il filone umanistico, sia per quello tecnico-scientifico e da quest’anno è previsto anche un elaborato di natura storico filosofica ed economica».