Abruzzo, uomo spara e uccide l’orsa Amarena. L’addio all’animale vanto dei Marsicani che non era mai stato un pericolo per le persone

L’orsa Amarena è stata tragicamente uccisa da colpi di fucile scuotendo la comunità vicino a San Benedetto dei Marsi, fuori dai confini del Parco e dell’Area Contigua. La notizia è stata condivisa dal Parco Nazionale attraverso la sua pagina Facebook.

Le Guardie del Parco sono intervenute immediatamente. Amarena si trovava in una zona con i suoi cuccioli. Un veterinario del Parco è stato chiamato, ma purtroppo ha potuto solo confermare la morte dell’orsa a causa della gravità delle ferite.

L’autore dell’atto è stato identificato e successivamente preso in consegna dai Carabinieri locali per ulteriori indagini sulla dinamica dell’incidente. «Ho sparato per paura ma non volevo uccidere, l’ho trovata dentro la mia proprietà è stato un atto impulsivo, istintivo», la dichiarazione rilasciata. Nel frattempo, il personale del Parco sta facendo tutto il possibile per individuare e valutare il futuro dei due cuccioli di Amarena.

La tragedia è stata descritta come un grave colpo per la popolazione degli orsi, che conta solo una sessantina di esemplari in regione. Amarena, una delle femmine più prolifiche nella storia del Parco, aveva causato in passato qualche danno alle attività agricole e zootecniche, sempre risarciti dalla struttura, anche al di fuori dei suoi confini. Non aveva mai presentato alcun tipo di problema nei confronti degli esseri umani, nemmeno quando si trovava a frequentare  i centri abitati. In un video del 29 agosto, si vede l’orsa muoversi tra i vicoli del borgo di San Sebastiano dei Marsi facendo strada ai suoi cuccioli, tra lo stupore dei turisti, che ora non avranno più la possibilità di incontrarla nella zona.

Il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, ha espresso il suo dolore e la sua rabbia per questo atto incomprensibile. Ha sottolineato che le comunità locali e i turisti hanno dimostrato nel tempo di saper convivere pacificamente con gli orsi, che non rappresentano alcun pericolo per gli esseri umani, dichiarando la sua intenzione di costituire la Regione come parte civile contro l’autore dell’atto per tutelare l’immagine e l’onorabilità della comunità e invitando tutti a rispettare le norme vigenti affinché gli animali possano continuare a vivere indisturbati nel loro ambiente naturale.