Abusi, grazie a Papa Francesco la Chiesa difenderà i suoi figli

Bene, per tutti questi reati d’ora in poi non varranno né il segreto pontificio, che colpisce tutta l’attività della Congregazione per la Dottrina della Fede (che come si sa è il tribunale riservato agli abusi sessuali dei sacerdoti su minori); né tantomeno il segreto d’ufficio che riguarda quindi lo svolgimento del processo. Di più: il Papa non ha introdotto l’obbligo di denuncia da parte del vescovo nei confronti del sacerdote pedofilo o abusatore, però impone la denuncia se è prevista dalla legge statale. Insomma, da un punto di vista strettamente giuridico, in futuro le vittime di un crimine di abuso avranno sia la possibilità di rivolgersi alla giustizia laica che a quella canonica; e la giustizia canonica si occuperà di collaborare con quella laica. Nessun vescovo potrà fare scena muta davanti a un giudice laico, non potrà trincerarsi dietro alcuna riservatezza. E non potrà essere imposto il silenzio anche a chi, vittima o testimone, vorrà rendere pubblico il suo abuso e la sua richiesta di giustizia. Che cosa ne penso? Penso che difendere i piccoli e i deboli, come già disse Paolo VI nel 1978, non è una moda o un impegno passeggero per la Chiesa; e tantomeno lo è per il Papa. Queste norme sono estremamente chiare e non prestano appiglio a fraintendimenti, dal momento che questi rescritti non sono un punto d’arrivo ma di partenza. Per essere più chiari: la Chiesa piangerà ogni singola vittima d’abuso sino alla consumazione dei secoli; ma sta sempre più mettendo in campo delle soluzioni credibili per porre rimedio alla piaga dell’abuso. Madre e Maestra, e non più matrigna, la Chiesa adesso propone non solo questo ma soprattutto suggerisce un percorso di formazione, informazione, cultura per la difesa dei piccoli e deboli da ogni tipo di abuso. Ed è un esempio che vale non solo per i cattolici, ma per qualsiasi culto e persino – mi permetto di dire – per chi non crede. È un messaggio realmente cattolico e cioè universale: ed è un impegno per tutti. Soprattutto per gli Stati laici, che ancora hanno una legislazione deficitaria: ci sono Paesi che non hanno una legge contro la pedopornografia e non hanno definito la fattispecie, come anche l’età del consenso dei minori e il segreto di ufficio (cosa che, dobbiamo dirlo, vige in ogni sistema garantista!). Francesco ha lanciato una sfida non da poco: ne saremo all’altezza? Saremo capaci, insieme di dichiarare la pedofilia un crimine contro l’umanità? Tutti e non solo una parte di questa umanità?