Accoltellato a 17 anni e ridotto in fin di vita perché parla con una ragazzina: l’aggressore accecato dalla gelosia

Accerchiato, accoltellato più volte e ridotto in fin di vita perché aveva osato parlare pochi secondi con una coetanea incontrata per caso. E’ quanto avvenuto nei mesi scorsi all’interno della Galleria Umberto I a Napoli, nel cuore di via Toledo. Vittima un ragazzino di 17 anni finito nel mirino di un altro giovane accecato da una fantomatica gelosia.

Nelle scorse ore i Carabinieri della Compagnia di Napoli Centro hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia in Istituto Penale Minorile emessa dal Tribunale per i Minorenni di Napoli su richiesta della competente Procura della Repubblica nei confronti di un 17enne gravemente indiziato del reato di tentato omicidio aggravato.

17enne accoltellato da gelosia: l’accerchiamento, poi i fendenti

Le articolate indagini condotte dai Carabinieri e coordinate dalla Procura per i minorenni, hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico dell’arrestato ritenuto responsabile della efferata aggressione armata avvenuta lo scorso 25 novembre 2023 all’interno della galleria Umberto I a Napoli ai danni di un suo coetaneo.

Il motivo che avrebbe portato il giovane o a colpire più volte con un’arma da punta e taglio la vittima, dopo l’accerchiamento ed un inseguimento al quale avevano partecipato anche altri suoi amici, sarebbe riconducibile a motivi di gelosia. La “colpa” della vittima sarebbe stata, infatti, l’aver scambiato fugacemente poche parole con una coetanea, incontrata per caso nella Galleria, ed oggetto di interesse dell’arrestato. Il 17enne è stato traferito nell’Istituto Penale Minorile di Airola, in provincia di Benevento.

La madre: “Nessuno ha prestato soccorso a mio figlio, solo i vigili”

La vittima quella sera riuscì a mettersi in salvo arrivando nella vicina Piazza Trieste e Trento e chiedendo aiuto alla polizia municipale. Fu portato d’urgenza al pronto soccorso dell’ospedale dei Pellegrini.  Mio figlio Francesco è alto 1,85 m e fa Kickboxing eppure è un ragazzo che ripudia la violenza – raccontò la madre – come dimostra questo episodio di cui è rimasto vittima. La cosa incredibile è che, a parte la Polizia Municipale che ringrazio, nessuno gli ha prestato soccorso nonostante stesse perdendo copiosamente sangue. Fortunatamente ora sta bene, si sta riprendendo. Ai ragazzi che hanno fatto questo a mio figlio dico di consegnarsi e lo dico da genitore. Non mi fermerò fino a quando non si avrà giustizia”.