A Milano ogni gru è un sogno. Nonostante le inchieste che hanno scosso i poteri all’ombra della Madonnina e l’aumento del costo dei materiali, l’edilizia rimane il cuore pulsante della città. Tant’è che il 2025 si chiude con numeri in crescita per l’edilizia lombarda, ma anche con nuove tensioni. Secondo i dati regionali, secondo ANCE il volume d’affari del comparto costruzioni è aumentato del 4,1% rispetto all’anno precedente, con un incremento dell’occupazione del 3,3%. Il settore mostra vitalità, ma anche squilibri tra il dinamismo privato e le lentezze pubbliche.
Sul fronte immobiliare, i prezzi delle case in Lombardia sono saliti del 7,8% nel 2024, mentre gli affitti sono aumentati del 5,9%. A Milano, il valore medio delle abitazioni usate ha toccato i 5.067 euro al metro quadrato, con un rialzo dell’1,6%. Il capoluogo lombardo continua ad attrarre investitori e acquirenti, sostenuto da una domanda stabile e da progetti di riqualificazione urbana. Il settore pubblico resta un attore decisivo. Aler Milano ha avviato decine di interventi di edilizia residenziale pubblica, finanziati dal PNRR e dal programma PINQuA, per migliorare l’efficienza energetica e ampliare l’offerta sociale. La Città metropolitana di Milano ha aperto otto nuovi cantieri per l’edilizia popolare, mentre gli investimenti nell’edilizia scolastica superano gli 80 milioni di euro. Il Comune punta sulla rigenerazione urbana delle aree periferiche e dismesse – da Adriano a Giambellino, da Rogoredo a Quarto Oggiaro – attraverso Piani Urbani Integrati e partenariati pubblico-privato. Tuttavia, la burocrazia e la complessità delle procedure rallentano molti interventi, con ripercussioni su tempi e costi.
Il versante privato conta oltre 132mila imprese attive in Lombardia, pari al 16% del tessuto produttivo regionale. I grandi player – Hines, Coima, Redo Sgr, CCL – guidano la trasformazione di aree strategiche come Porta Romana, Scalo Farini, Santa Giulia e Mind. Ma il contesto resta segnato da margini ridotti, tassi di interesse elevati e costi dei materiali in aumento. Nel frattempo, il comparto della logistica e del residenziale mostra segnali di ricalibratura. I rendimenti prime si attestano intorno al 4,8%, mentre la domanda si orienta verso operazioni con forti contenuti ambientali e tecnologici. Il mercato abitativo resta polarizzato: lusso e investimenti internazionali da un lato, housing sociale e studentati dall’altro. Il segmento intermedio – quello destinato ai ceti medi e ai giovani professionisti – rimane invece il più fragile e meno presidiato.
Per il 2026, le sfide sono chiare: semplificare la burocrazia, stabilizzare il credito e garantire una crescita sostenibile e inclusiva. Milano continua a crescere, ma la distanza tra edilizia di pregio e domanda di abitazioni accessibili resta ampia. Il rischio è che la città diventi sempre più competitiva, ma anche sempre meno abitabile per le fasce medie. Il futuro del settore passerà dalla capacità di coniugare sviluppo e qualità urbana, attrazione di capitali e trasparenza amministrativa. Milano resta un grande cantiere d’Italia: laboratorio di innovazione, ma anche banco di prova di una modernità che deve ancora imparare a essere equa e sostenibile.
