Il ricovero per covid, la notizia del decesso dopo 24 ore, la successiva rettifica da parte dell’ospedale quando i familiari avevano già preparato tutto per il funerale e, a cinque giorni di distanza, la “nuova” comunicazione della morte di Agnese Grimaldi, la 52enne residente a Casal di Principe (Caserta), deceduta al Covid Hospital di Maddaloni dove era ricoverata dallo scorso 18 gennaio.
La vicenda di Agnese era diventata un caso nazionale dopo l’errore, dovuto a uno scambio di persona, da parte della direzione dell’ospedale. “E’ morta, anzi no“, il tutto nel giro di poche ore con i familiari che sono passati dalla disperazione (con tanto di organizzazione dei funerale e l’affissione dei manifesti funebri) alla nuova speranza, tramontata definitivamente nelle scorse ore. Agnese non era vaccinata, forse per paura perché aveva diverse patologie pregresse. Dopo la positività al Covid-19 ha iniziato ad accusare gravi problemi di salute. Ricoverata in ospedale domenica 16 gennaio, è stata intubata nel giro di pochi giorni.
A rendersi conto dell’errore dell’ospedale, furono gli addetti dell’agenzia di onoranze funebri perché non era presente il certificato di morte. I familiari per accertarsi che la donna fosse viva fecero una videochiamata mercoledì scorso, 19 gennaio. Poi lo scorso 21 gennaio i familiari sono stati intervistati nel corso della trasmissione “Pomeriggio Cinque” condotta da Barbara D’Urso selle reti Mediaset. “L’abbiamo vista l’ultima volta durante la videochiamata con i sanitari che l’avevano vestita e messa in ordine, poi il giorno dopo ci hanno detto che si era aggravata ed era stata intubata. Da allora – spiega la sorella – non abbiamo avuto più contatti con lei”.
“Si è trattato di uno spiacevole equivoco – aveva spiegato il direttore sanitario della struttura sanitaria del Casertano Arcangelo Correra in una nota – dovuto al fatto che il medico incaricato di avvisare della morte di un paziente, ha contattato per sbaglio, forse confondendo il numero di telefono, i familiari della signora, anch’essa ricoverata; appena si è accorto dell’errore ha subito rimediato scusandosi per l’accaduto. L’errore c’è stato anche perché in quel momento c’era una situazione critica riguardante più di un paziente”.
