Al Cpr di Gradisca il Regeni georgiano: morto dopo pestaggio di 10 agenti

Finita qui? No. I testimoni che hanno assistito alla rissa che non era rissa e al pestaggio dei poliziotti che forse è stato davvero un pestaggio sono stati rimpatriati in fretta e furia. Il procuratore di Gorizia Massimo Lai assicura: «Abbiamo sentito quattro testimoni diretti prima del rimpatrio, solo un quinto era già stato espulso. Indaghiamo su tutte le fasi della vicenda, compresa la permanenza in carcere».

Eppure sfugge il motivo per cui i testimoni proprio nel pieno delle indagini siano stati rispediti di fretta a casa quando potrebbero essere utili alla raccolta di informazioni.

Il deputato Magi parla del rischio che si ripeta un altro caso Cucchi e i sindacati si preparano subito alle barricate parlando di «solite incaute accuse all’operato degli agenti di Polizia» (del resto furono considerate incaute anche le accuse della sorella di Stefano Cucchi, ricordate?) E puntano il dito sulla struttura che «a poco più di un mese dalla sua apertura ha già fatto registrare numerosi incidenti».

L’assessore regionale leghista Pierpaolo Roberti invece sembra non avere dubbi sull’innocenza dei poliziotti e anzi annuncia una visita nel Cpr di Gradisca  «non, come fanno altri, per valutare la situazione degli ospiti - ha affermato -, ma per accertarmi che i nostri ragazzi in divisa siano in condizione di svolgere al meglio il proprio lavoro» aggiungendo che «chi oggi fa vergognose illazioni non merita menzione piuttosto è utile ricordare lo sforzo di chi contiene una situazione difficile, dove decine e decine di persone, in gran parte già segnate da trascorsi con la giustizia, vivono con l’unico obiettivo di evadere per vivere in clandestinità e condurre una vita di espedienti». Insomma siamo alle solite: se è successo qualcosa significa che se l’è cercata.