A Gaza “Israele viola il diritto umanitario”. Lo dice in un’intervista Francesca Albanese, nominata, dal Consiglio dei Diritti umani delle Nazioni Unite, Special Rapporteur per i Territori palestinesi occupati dal ’67.
Il governo israeliano ha bloccato le forniture di acqua, viveri, elettricità e carburante per Gaza: “Il proposito è criminale – commenta – Potrebbe costituire un crimine di guerra ai sensi dello Statuto di Roma. Ma già la situazione precedente, di assedio e blocco, è una violazione del diritto internazionale. Su questo c’è il consenso di tutte le agenzie dell’Onu. Gaza vive con 9 ore di elettricità, anche gli ospedali, l’acqua non è più potabile da una quindicina di anni. C’è una popolazione di 2,2 milioni di persone, la metà delle quali sono bambini. Nella Striscia 7 persone su 10 dipendono dagli aiuti umanitari”.
Hamas “amministra il territorio in modo tirannico” ma “in qualche modo interpreta la frustrazione di gente che vive nella miseria più totale. Questo è un disastro umano, si tratta di sottosviluppo forzato”. La Palestina “è una grande prigione, Gaza è la sezione di massima sicurezza”. Il modo “per assicurare la pace e la sicurezza è occuparsi delle cause fondanti e non dei sintomi del conflitto. Se dovessi puntare a un problema direi le colonie”.
Se Israele “cancella Hamas, ma si tengono i palestinesi sotto oppressione, la situazione non migliorerà. Quest’anno Netanyahu e un altro membro del governo hanno ribadito che vogliono eliminare l’Autorità nazionale palestinese, ma non Hamas perché per loro è un asset che rientra nel sistema di gestione del territorio”. Bisogna trovare una soluzione “focalizzandosi sulla gente, i palestinesi si sentono senza leadership”. I “grandi assenti dalla discussione sulla pace sono i palestinesi – sottolinea – non erano ascoltati prima del 7 ottobre, oggi lo sono ancora meno”.