“Allargare la rappresentanza dei dirigenti pubblici”, l’appello Codirp alla politica

TIZIANA CIGNARELLI AVVOCATO

Due leader sindacali candidate alle elezioni, e per quanto noto al momento, nella stessa lista. Se Susanna Camusso e Annamaria Furlan correranno alle politiche per il Pd, è chiaro che le sfide del lavoro che cambia saranno tra i temi caldi nell’agenda elettorale. E non solo in quella del centrosinistra. Entrambi gli schieramenti vogliono dare al mondo del lavoro che cambia una adeguata rappresentanza. Sulla scorta della necessaria centralità che chi guida il comparto pubblico deve tornare ad avere. Ne è convinta un’altra Segretaria Generale donna, la sindacalista Tiziana Cignarelli, a capo della Codirp. Il suo sindacato, la cui sigla sta per Confederazione della Dirigenza Pubblica, rappresenta i dirigenti delle Funzioni centrali, dell’Area di istruzione e Ricerca e della Sanità per un totale di circa 10mila dirigenti.

La complessità del lavoro e delle problematiche sociali nel nostro Paese dimostrano ancor più durante la pandemia e nella costruzione della nuova normalità post pandemia l’inadeguatezza dei modelli solo generalisti che accentrano in pochi riferimenti le rappresentatività, politiche e ancor di più sindacali”, dice al Riformista. E prosegue la sua analisi: “Molti oggi parlano di lavoro nuovo, modelli nuovi. Ma il nuovo non ha prospettiva se si perpetuerà questo metodo di scarno confronto, pur di non innovare veramente, pur di continuare nell’immobilismo di strutture e servizi, pur di proseguire con la burocrazia ed evitare la modernizzazione della PA e del Paese, pur di non fare sistema. Non meravigliamoci se alle tante carte e documenti non sta seguendo l’attuazione concreta del PNRR”.

La Segretaria Generale, Cignarelli, prosegue la sua analisi: “La pandemia e la crisi internazionale rischiano di azzoppare la ripresa con la crisi economica e sociale, per cui è necessario assumersi l’impegno di trasformare il PNRR in un nuovo piano Marshall, senza proseguire in alcuni vecchi progetti privi di visione, per poi cercare di colmare il debito attraverso altre privatizzazioni di beni e servizi dello Stato. Quello che la crisi pandemica dovrebbe avere insegnato è quanto sia importante avere uno Stato non solo “efficiente” sul piano dei conti, ma anche “efficace” nel produrre servizi (come la sanità) ai cittadini”. Codirp rivendica il suo ruolo chiave nel dare rappresentanza al mondo dei dirigenti pubblici, in un momento come quello che stiamo vivendo. “Lo Stato non può girare la testa altrove. Come non può dimenticare il ruolo chiave della Pubblica Amministrazione, che oltre ad essere “efficiente”, ha bisogno di investire sulle persone, ricercando e valorizzando le competenze, senza più sottoinquadrarle per comprimerle nella catena piramidale della dirigenza burocratica. Per servire veramente il bene pubblico, ampliando e dando seguito all’ascolto e realizzando effettivi metodi di partecipazione più diretta delle persone, occorre abbandonare scorciatoie che passano solo per rappresentanze precostituite ormai spesso distanti da lavoratori e cittadini. Per risolvere problemi complessi servono multidisciplinarietà, interprofessionalità, partecipazione diretta e lavoro di squadra”. La segretaria generale Cignarelli conclude il suo appello alla politica: “Quale sia la composizione del prossimo Parlamento, non potrà mettere in secondo piano le politiche pubbliche. CODIRP fa appello alla politica perché nei programmi e progetti di prospettiva si parta dall’esigenza di mettere a terra il PNRR con servizi pubblici che sostengano cittadini e imprese”.

Il sindacato che rappresenta i dirigenti pubblici fotografa l’acme della pandemia come momento culminante per uno ‘stress test’ di sistema ancora da mettere a punto: “La pandemia – prosegue Cignarelli – ha insegnato che un sistema pubblico fragile non sarebbe stato in grado di tutelare beni pubblici e che questi sono tutti interconnessi. L’obiettivo ambizioso di modernizzare e rafforzare il sistema per affrontare la pandemia in corso e concretizzare la nuova normalità del mondo post pandemia non può che passare per il coinvolgimento e il rinnovamento di tutte le dinamiche che non hanno dato risposte adeguate, a partire da quella della rappresentanza”.