È passata la prima settimana dall’alluvione che ha colpito la Toscana. Le aziende si sono subito riprese e hanno ricominciato col lavoro, le case sono tutte pulite dal fango, tutte le persone possono viverci e la vita scorre come prima.
Questo è ciò che avremmo voluto vedere, perché in realtà non è andata così. Il fango è ancora presente da Campi Bisenzio fino a Quarrata, passando per Prato; le aziende di un distretto fondamentale per il paese sono ferme, le case sono vuote di mobili e ancora sporche. La ripartenza è appena iniziata, ma la Toscana ormai non fa più notizia.
È vero che ci sono situazioni più gravi da raccontare, come quanto accade a Gaza, ma in neanche sei giorni l’Italia dei media si è scordata di quanto è successo. L’emergenza in Toscana è scivolata in scalette di telegiornali e trasmissioni.
L’eco mediatico di vite distrutte da un fiume esondato, di risparmi gettati nel fango, di famiglie disastrate è finita. Anzi adesso la colpa è anche degli abitanti di quelle zone. Nella serata di martedì, su Rai Tre è andata in onda “Avanti Popolo”, la trasmissione di Nunzia de Girolamo. Tralasciando i reiterati errori di denominazione della conduttrice che ha ribattezzato Campi in Campo Bisenzio, si palesa il divulgatore Mario Tozzi che pontificando dichiara: “Dalle zone a rischio naturale più ti allontani meno danni subirai, è evidente… un passo indietro saremo obbligati a farlo”. Quindi la colpa di chi ha perso tutto è loro, perché abitano lì. Servizio pubblico.
I fari su Campi Bisenzio, sul distretto pratese, sui mobilifici di Quarrata non vanno abbassati. Per ripartire servono fondi immediati, per aziende e cittadini. Il danno subito è incalcolabile e non lo si capisce realmente fino a che non lo si vede con i propri occhi.
Forse la Toscana fa schifo a qualcuno
“Fare schifo è quasi un dovere morale” canta Willie Peyote. Forse la Toscana fa schifo a qualcuno, ma possiamo far sì che questo ritornello, riferito alla società attuale, cambi davanti all’emergenza che i toscani stanno vivendo. Serve che le istituzioni dal Presidente regionale Eugenio Giani, passando per il sindaco Metropolitano Dario Nardella fino ai sindaci dei luoghi colpiti alzino la voce. Esattamente come ha fatto fin da subito il Sindaco di Prato Matteo Biffoni. I cittadini, davanti a un’emergenza simile, hanno bisogno di risposte chiare e concrete.
Chi è che ha sottovalutato la situazione nell’immediatezza? Perché i mezzi anfibi sono arrivati con oltre trentasei ore di ritardo? A Campi Bisenzio, per esempio, ci sono alcune zone come San Piero a Ponti rimaste isolate con intere famiglie sole.
Perché l’Esercito non è stato chiamato fin da subito e si è atteso così tanto? Sempre il comune della Piana fiorentina è stato colpito al 68% della sua estensione dall’alluvione. Che la situazione fosse gravissima era ben intuibile già da venerdì.
Perché vista la grande schiera di volontari, la vera forza in questa emergenza, non sono state mobilitate le grandi aziende nazionali per consegnare materiale adatto alla pulitura e si è contato, anche in questo caso, nell’autosufficienza dei cittadini? Perché le colonne mobili di Protezione Civile, quindi enti attrezzati, sono state mobilitate al secondo giorno?
La Toscana non deve esser lasciata sola. Dalla politica e dai media. Peccato che dal Governo Meloni si sia palesato in loco solo il Vicepremier Antonio Tajani. Lunedi prossimo invece arriverà il ministro della Protezione Civile Nello Musumeci, però con tutta calma. In fondo, l’area colpita produce solo un terzo del PIL regionale e saranno passati solo dieci giorni dalle esondazioni.
