Anche il Gesù Cristo di Leopoli in fuga dalla guerra in Ucraina, la statua portata in un bunker

Foto da Twitter (Scatto originale di André Luis Alves)

Rimossa e portata in un bunker. La statua del Gesù Cristo il Salvatore è stata messa al sicuro dai bombardamenti russi. Si trovava nella cattedrale armena di Leopoli, dove la guerra non è arrivata ma dove ci si prepara al conflitto. Continuano invece ad arrivare nel frattempo centinaia di migliaia di profughi in fuga dalla guerra. Secondo le Nazioni Unite sono oltre un milione e mezzo le persone in fuga dal Paese. La città si trova al confine con la Polonia.

“L’ultima volta fu portata fuori durante la Seconda Guerra mondiale”, ha scritto su Twitter Tim Le Berre, che si occupa di conservazione nei musei militari per l’esercito francese, specializzato dei patrimoni artistici in zone di conflitto armato. L’esperto ha postato la fotografia scattata dal freelance portoghese André Luis Alves diventata nel giro di pochissimo virale.

 

“Stiamo avvolgendo le sculture con teli ignifughi, lana di vetro, un alluminio speciale, e poi li mettiamo nei sacchi”, ha confermato Lilia Onyschenko, direttrice del dipartimento per la protezione del patrimonio storico di Leopoli. “Questo non salva le statue se sono colpite direttamente, ma se ci fosse una potente onda d’urto non si romperanno in mille pezzi. Non sempre però è possibile smantellare questi monumenti, perché alcuni sono molto grandi”.

La cattedrale armena di Leopoli è considerata tra le più antiche e lussuose dell’Europa occidentale, ha spiegato al sito armeno Aravot lo scienziato politico Gagik Hambaryan, che ha a sua volta condiviso l’immagine su Facebook. La statua del Cristo è venerata non solo dai credenti della chiesa armena apostolica ma anche dagli altri cristiani. Il Cristo Salvatore è un’opera del periodo medievale.

“In questi giorni sono andati in Ucraina due cardinali, per servire il popolo, per aiutare – ha detto nell’Angelus di oggi Papa Francesco – il cardinale Krajewski, elemosiniere, per portare gli aiuti ai più bisognosi, e il cardinale Czerny, prefetto ‘ad interim’ del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo umano integrale. Questa presenza di due cardinali lì – ha aggiunto – è la presenza non solo del Papa, ma di tutto il popolo cristiano che vuole avvicinarsi e dire: ‘la guerra è una pazzia, fermatevi per favore, guardate questa crudeltà“. Il Pontefice ha anche ringraziato i giornalisti che stanno agendo sul campo, “che per garantire l’informazione mettono a rischio la loro vita. Grazie fratelli e sorelle per questo vostro servizio, che ci permette di essere vicini al dramma di quella popolazione e ci permette di valutare la crudeltà di una guerra. Grazie fratelli e sorelle”.