Andrea Casta, violinista magico che incanta (e fa riflettere)

Chi pensa che il violino sia uno strumento antico non ha mai sentito Andrea Casta. Il giovane violinista bresciano, autentico talento creativo, ha fatto del vecchio legno dei liutai un’alabarda spaziale: l’archetto è diventato un laser di luce in stile Jedi, il suono – sapientemente campionato dai Dj che lo accompagnano – è travolgente. Il concerto che ha tenuto venerdì sera al Teatro Romano di Ostia Antica lo proietta di diritto tra le leggende dei palchi estivi di questo 2023. Il suo concerto “Immersivo”, il “Visual Concert”, ha fatto sold out con millecinquecento spettatori paganti. Numeri incredibili per un violinista. Non per lui, che prima del Teatro Romano aveva sfidato il Circo Massimo: era stato pochi giorni prima proprio lui ad aprire il concerto romano di Vasco Rossi.

La capacità di eternare con sapiente elettronica la sonorità del violino – partendo da note classiche per arrivare a quelle più contemporanee, psichedeliche e dance – è la costante delle performance di Andrea Casta. Autentico mattatore, cattura la platea con testi e musica, effetti sonori e proiezioni, aneddoti e invocazioni. Fa cantare e ballare sulle corde di un violino che diventa bacchetta magica, cilindro di sorprese. Sul suo palco si alternano nomi importanti e volti emergenti, modelli viventi e autori giovanissimi. Più che a un concerto, si assiste a una esplorazione. Che parte dalla montagna: da quei video emozionali incredibili dove Casta si arrampica sulle Alpi per suonare con un violino fatto di ghiaccio. Che va suonato prima di sciogliersi, con le corde avvitate sull’acqua ibernata; come che lo abbia realizzato, lo abbiamo visto suonare davvero. Il violinista Jedi non si ferma: suona Ennio Morricone, commuove, esalta.

E dopo ogni pezzo, ripone l’archetto per puntare alle corde del cuore. Fa salire sul palco un giovane trapper che sta aiutando ad emergere e di cui ha prodotto il primo disco. Il giovane è sulla sedia a rotelle e fa della sua disabilità il motore creativo di una impagabile sete di libertà e di vita.

Casta saetta sul palco, accorda il violino e salta giù in platea. La Sovrintendenza non gli ha dato il permesso di mettere una scaletta di servizio per il palco, nell’anfiteatro. “Facciamoli vivere, questi posti, non morire”, dice il violinista tirando un po’ le orecchie a chi non ci vuol sentire. “E ricorda, proiettando la bellezza dei capolavori delle grandi piazze romane sul maxischermo, che “Roma è tante città in una sola”. Senza stare sui marciapiedi delle periferie, dove va spesso armato di violino, non si può capire davvero tutta la vertigine dell’arte. In quelle passeggiate romane ha incontrato famiglie che hanno bisogno di tutto, e dal Covid in poi divide i proventi dei concerti con l’associazione Salvamamme. Casta è un solista che somma solisti senza confonderli. Uno a uno, sul palco di Ostia Antica si succedono i talenti di arti diverse, come in una Leopolda concertante.

Nel concerto romano era accompagnato da Ivanix, dj, producer e sound designer di fama internazionale e da Paolo Zanetti, uno dei chitarristi più apprezzati nel panorama pop italiano. Poi sale sul palco a duettare con lui , fasciata di bianco, la giovane vocalist Kiirah, al secolo Chiara Nasi. Altra vulcanica personalità che la mattina ha finito gli scritti della Maturità e il giorno dopo il concerto andava a sostenere gli orali, ma che sulle note del violino spaziale ha cantato e ballato per ore. E poi arriva sul palco Gianni Mazza, il Maestro Mazza che ha fatto la storia della canzone in Tv. Che spettacolo. Quante suggestioni. Due ore e mezza di grande musica che potevano durare anche cinque. Con il pubblico chiamato in causa, a muoversi, a ritmare, a intonare (perfino Lucio Battisti). Si ragiona di sport. Di arte. Di disabilità. Di inclusione. Di cinema. Tutti i linguaggi sono convocati. Incluso il mondo dei manga: Lorenzo Gubinelli ha disegnato la storia di questo violinista Jedi che nel 2235 attraversa le galassie e supera le tenebre per arrivare in un universo con due Soli. Da che parte andare? Quale luce seguire? Nel dubbio, lasciarsi guidare dal suono elettronico di un violino stellare può essere un buon modo per ritrovare uno spazio fuori dal tempo.