Potrebbe esserci un errore umano dietro l’incidente sul lavoro costato la vita ad Anila Grishaj, operaia 26enne di nazionalità albanese in servizio nell’azienda alimentare Bacòn, specializzata in surgelati, a Pieve di Soligo, in provincia di Treviso. Stando alle prime indagini condotte dai carabinieri e coordinate dalla procura dopo l’incidente avvenuto nel pomeriggio di martedì 14 novembre, il macchinario che ha provocato il trauma mortale alla giovane lavoratrice sarebbe stato causato dall’errore di un collega. Anila si trovava in una posizione pericolosa, era esposta ad un eventuale incidente ma era convinta che il dispositivo in questione fosse disattivato.
Al momento la procura di Treviso indaga con l’ipotesi di omicidio colposo. Sarà l’autopsia a cristallizzare le cause del decesso. Il macchinario in questione è stato sequestrato e la mattina successiva all’incidente una delegazione di ispettori dello Spisal, il servizio per la prevenzione e la sicurezza negli ambienti di lavoro, per ulteriori verifiche. Le organizzazioni sindacali hanno organizzato sempre in mattinata un sit-in all’esterno dello stabilimento, tra i cui dipendenti non ci sono lavoratori iscritti al sindacato.
Morte Anila, la mamma di Luana D’Orazio: “Sono omicidi, non chiamiamole morti bianche”
All’Adnkronos Emma Marrazzo, madre di Luana D’Orazio, la giovane mamma di 22 anni morta stritolata dentro un orditoio di una azienda tessile a Montemurlo (Prato) nel maggio del 2021, ha commentato l’ennesima morte bianca di una giovane donna. “Non sono incidenti sul lavoro, sono veri e propri omicidi. Ogni volta che c’è una giovane vittima morta sul lavoro si sentono tante chiacchiere, tante parole di cordoglio, ma poi non cambia mai nulla”.
Raggelanti le parole della donna che aggiunge: “Quando ho appreso questa terribile notizia ho sentito come una pugnalata al cuore – racconta che vive a Pistoia e sta crescendo il nipotino- Ogni volta che c’è una tragedia sul lavoro per me la ferita aperta con la morte di mia figlia Luana torna a sanguinare forse ancora più di prima”. Per Emma Marrazzo non bisogna parlare di morte bianca perché “è una morte bianca solo per chi non paga mai, per i familiari delle vittime è una morte ‘nera’. Le istituzioni parlano e basta quando ci sono infortuni mortali ma questo massacro va fermato subito. E’ una vera e propria guerra. Serve sicurezza vera sul lavoro, basta chiacchiere”.
Morte Anila Grishaj, la dinamica dell’incidente in fabbrica:
La giovane Anila è stata uccisa da un macchinario dell’imballaggio che l’ha incastrata e schiacciata, all’altezza del capo, nella ditta di surgelati. Un macchinario acquisito di recente che ha travolto l’operaia, schiacciandole le vertebre cervicali. In serata, dopo l’incidente, ci sono stati momenti di tensione all’esterno dell’azienda e alcuni familiari della vittima sono stati allontanati dai carabinieri.
