Area senza gas e internet, imprenditore irpino vuole assumere ma non può…

Vorrebbe assumere e triplicare la forza lavoro. Vorrebbe sviluppare la produzione che ha elevato la sua azienda al rango di eccellenza nel settore aerospaziale campano. Vorrebbe dare all’Irpinia, territorio in cui ha scelto di investire, un’iniezione di sviluppo. Eppure Aquilino Villano, numero uno di Officine Meccaniche Irpine (Omi), non può.

Sembra incredibile, ma è proprio così. Il motivo è ancora più paradossale: l’area in cui da anni impiega risorse e conoscenze non è dotata delle infrastrutture indispensabili affinché un’avanzata realtà industriale come la sua possa crescere ulteriormente. Già, perché l’area di Vallata, dove Villano ha aperto due stabilimenti in aggiunta a quelli già attivi a Lacedonia, non è servita dalla rete del gas di città né da internet.

«Operiamo nel settore aerospaziale da oltre trent’anni e siamo tra i leader nelle lavorazioni meccaniche – spiega il fondatore della Omi – Realizziamo grandi componenti al titanio per gli aerei della Lockheed, sempre seguendo l’ambizione di completare il ciclo produttivo per soddisfare tutte le esigenze di configurazione strutturale per velivoli ad ala fissa o ala rotante». Per poter lavorare nello stabilimento di Vallata, però, Villano si è dovuto arrangiare. Come? Installando un grosso bombolone per garantire l’approvvigionamento di gas senza il quale la sua azienda non avrebbe potuto lavorare.

In più, i vertici della Omi hanno collocato una parabola di loro proprietà per evitare che l’area industriale fosse completamente tagliata fuori dalla rete delle comunicazioni. Sembra impossibile nel 2020, quando si fa un gran parlare di innovazione tecnologica e le istituzioni annunciano roboanti programmi di investimenti da finanziare con i fondi europei. Invece la situazione è esattamente questa. E, in queste condizioni, l’imprenditore irpino non può incrementare la produzione. Assumere altri dipendenti? Nemmeno, pur avendone tutta l’intenzione. E così il turno di lavoro resta unico e coinvolge “soltanto” 120 operai.

«Invece abbiamo strutture per sviluppare la produzione su tre turni, il che equivarrebbe a triplicare la forza lavoro», aggiunge Villano. A complicare il quadro contribuiscono anche altri fattori: la burocrazia, la stessa che dal 2015 impedisce a Omi di ottenere l’autorizzazione all’allacciamento alla rete del gas; la mancanza di un’adeguata rete di trasporti, alla quale si potrebbe avviare potenziando la rete dell’alta velocità; l’elevato costo del lavoro, che si somma alle difficoltà di accesso al credito bancario. Aquilino Villano, però, non ha alcuna intenzione di arrendersi: «Non lo farò mai – dice – Ho commesse fino al 2030, potrei dare lavoro a mezza Irpinia e continuerò a impegnarmi per centrare questo obiettivo».