Emergono dettagli sull’attentato organizzato questa mattina ai danni del conduttore di Report, Sigfrido Ranucci, che ha visto esplodere la sua auto e quella della figlia davanti casa sua a Pomezia. È stato un ordigno rudimentale – piazzato tra la vettura e un cancello, forse tra due vasi – con un chilo di esplosivo al suo interno a scatenare lo scoppio. La bomba è stata azionata a distanza ravvicinata, lasciata a terra con la miccia accesa: proprio per questo gli inquirenti stanno acquisendo le immagini delle telecamere ad ampio raggio che potrebbero aver immortalato chi l’ha posizionata, nell’atto o in fuga.
Attentato a Ranucci, l’intensità del boato
Il boato è stato avvertito ieri sera verso le 22.15, 22.20. “Da noi i quadri e le finestra hanno tremato”, raccontano alcuni residente della zona a Repubblica. “Abbiamo avuto paura. L’esplosione è stata così forte che anche di fronte a casa mia eravamo tutti affacciati”. Con conferme – anche da parte di chi abita a 500 metri – dell’intensità del boato.
I proiettili recapitati a Ranucci
Non si tratta della prima forma di intimidazione subita dal conduttore di Report, che aveva da poco annunciato sui social i tempi della prossima stagione. Nell’estate dei 2024 infatti due proiettili p38 erano stati lasciati fuori dalla sua abitazione. “Non ho mai pubblicizzato quel che è accaduto nei mesi scorsi – ha detto il giornalista – anche per tutelare le persone a me care”.
Piantedosi rafforza la scorta
Il Ministro dell’Interno Piantedosi promette massimo impegno delle forze di polizia per accertare rapidamente gli autori, annunciando anche di aver dato mandato di rafforzare al massimo ogni misura a sua protezione. Ranucci infatti è stabilmente sotto scorta dal 2021, quando venne intercettato un piano di un narcotrafficante in contatto con la ndrangheta per ucciderlo.
