Aumenta la tensione in Medio Oriente. A Tel Aviv, un palestinese di Hebron ha lanciato la sua auto contro i pedoni che camminavano su Pinchas Rosen Street per poi uscire dal veicolo e pugnalare altre persone inermi, fino a essere ucciso da un civile armato. Nel momento in cui scriviamo, le persone ferite sono sette. Tra quelle colpite in modo grave, anche una donna incinta. Hamas ha esultato per l’attentato contro i cittadini di Tel Aviv parlando di «una eroica vendetta per Jenin». Sulla stessa linea il leader della Jihad islamica palestinese, Khaled Al-Batsh, che ha definito l’attacco la «prima risposta della resistenza» per ciò che sta accadendo in queste ore nell’operazione antiterrorismo delle Israel defense forces.
L’esercito israeliano continua intanto la sua operazione antiterrorismo nel campo palestinese nel nord della Cisgiordania, dove si sono registrati dieci morti e, secondo le autorità locali, centinaia di feriti. Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha confermato che le forze armate stanno «completando la missione» e ha sottolineato che quanto sta avvenendo a Jenin “non è una cosa una tantum” ma un’operazione antiterrorismo che ha l’obiettivo di sradicare quello che è considerato uno dei più pericolosi luoghi di incubazione di Hamas e della Jihad islamica.
Il portavoce delle forze armate, Daniel Hagari, ha espresso l’auspicio di una campagna di breve durata, complice la poca resistenza nella città. Migliaia di persone, intanto, hanno deciso di fuggire dall’area in attesa che si concluda l’operazione delle forze armate, mentre l’Onu, alcuni governi e organizzazioni hanno espresso la loro preoccupazione. L’esercito israeliano non sembra risentire dalla resistenza armata. Ma è la popolazione dello Stato ebraico a subire la prima vile ritorsione.
