Attentato Gerusalemme, strage alla fermata dell’autobus: almeno 6 morti, feriti gravi. Hamas: “Benediciamo l’azione eroica”

Israeli Prime Minister Benjamin Netanyahu visits the site of a shooting attack where several people killed and injured at a bus stop in Jerusalem, Monday, Sept. 8, 2025. (AP Photo/Mahmoud Illean) Associated Press/LaPresse

Attentato nella zona di Ramot a Gerusalemme dove due persone hanno aperto il fuoco all’altezza della fermata dell’autobus uccidendo sei persone e ferendone una quindicina, di cui almeno sette ricoverate in gravi condizioni. Altri hanno riportato ferite lievi causate dai frammenti di vetro e sono stati medicati sul posto.

Secondo una prima ricostruzione fornita dai media israeliani, i terroristi sarebbero saliti su un autobus sparando all’impazzata per poi tentare la fuga. I due sono stati uccisi successivamente da un membro delle forze di sicurezza e da un civile. I terroristi che hanno effettuato l’attacco avrebbero usato un fucile mitragliatore ‘Carl Gustav‘, comunemente prodotto in Cisgiordania e utilizzato in numerosi attacchi palestinesi in passato.

Le vittime sono il rabbino Mordechai Steintzag, 79 anni,  Sarah Mendelson, 60 anni. Steintzag, emigrato decenni fa dagli Stati Uniti in Israele, era proprietario di un noto panificio a Beit Shemesh chiamato “Dr. Mark’s Bakery” e lavorava anche come cardiologo, secondo un necrologio diffuso dall’azienda. Sarah Mendelson faceva parte della leadership di Bnei Akiva, il movimento giovanile sionista religioso, dove curava i rapporti con le autorità locali nella tesoreria del movimento. Le altre vittime sono Levi Yitzhak Fash, addetto alla manutenzione della yeshivà Kol Torah nel quartiere Ramot; Yaakov Pinto, residente a Gerusalemme di 25 anni; il rabbino Israel Menatzer, di Ramot, 28 anni; il rabbino Yosef David, di 43 anni.

La gioia di Hamas: “Risposta a guerra annientamento a Gaza”

Stando a quanto riferito dalle autorità di sicurezza israeliane, i due terroristi entrati in azione sarebbero palestinesi della Cisgiordania, con ogni probabilità partiti da villaggi nell’area di Ramallah. Hamas ha accolto con favore l’attacco (“Benediciamo l’azione eroica”), affermando che si tratta di “una risposta naturale ai crimini dell’occupazione e alla guerra di annientamento a Gaza. Questo è un messaggio chiaro: i piani di Israele, la distruzione di Gaza City e la profanazione della moschea di Al-Aqsa non rimarranno senza conseguenze”.

Dopo l’attacco, l’esercito israeliano sta attualmente circondando diverse aree alla periferia di Ramallah, in Cisgiordania, “per contrastare il terrorismo e rafforzare gli sforzi di difesa”. In una dichiarazione, l’esercito israeliano ha affermato che le sue forze stanno “cercando sospetti in collaborazione con la polizia israeliana” nell’area dell’attentato di questa mattina, nel quartiere Ramot di Gerusalemme Est.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu si è recato sul luogo della tragedia e, attraverso i suoi legali, ha informato il tribunale di non poter presenziare al processo per presunta corruzione che avrebbe dovuto riprendere oggi “per motivi di sicurezza”, a seguito dell’attacco terroristico. Dopo oltre un mese di pausa, oggi era in programma la ripresa del processo per presunta corruzione a carico del primo ministro israeliano con il controinterrogatorio da parte dell’accusa.

“Siamo in un’operazione di inseguimento e accerchiamento dei villaggi da cui provenivano i terroristi. Raggiungeremo tutti coloro che li hanno aiutati, chi li ha mandati”, ha dichiarato il premier durante la visita sul luogo dell’attentato a Gerusalemme. “Lo Shin Bet, l’Idf hanno sventato centinaia di attentati quest’anno, ma purtroppo non questa mattina”, ha affermato. “Voglio dirlo nella maniera più chiara: questi attentati non ci indeboliscono. Al contrario aumentano la nostra determinazione a completare le missioni che ci siamo assunti, sia a Gaza, sia in Cisgiordania, ovunque”.

La proposta di Trump e la “benedizione” di Hamas

Un’azione, benedetta da Hamas, che arriva a poche ore dalla proposta di Donald Trump per un accordo sul cessate il fuoco e sulla liberazione degli ostaggi. Proposta che prevede il rilascio da parte di Hamas di tutti i gli ostaggi, vivi e morti (“ci sono 20 persone e 38 cadaveri, li riavremo tutti” ha osservato Trump), mentre Israele rilascerebbe centinaia di detenuti palestinesi accusati di terrorismo e migliaia di altri prigionieri. Inoltre, le forze armate rinuncerebbero alla conquista di Gaza City e rimarrebbero fuori dalla città. Proposta che difficilmente si realizzerà dopo l’agguato di oggi.