“’Avanti ragazzi di Buda’ al posto di ‘Bella ciao’”: la proposta del leghista Barbaro

Foto Claudio Furlan - LaPresse 25 Aprile 2020 Milano (Italia) News Flash Mob per la festa della liberazione, Bella Ciao cantata dalle finestre Photo Claudio Furlan/Lapresse 25 Aprile 2020 Milano (Italy) Flash Mob for the Liberation Day, Bella Ciao sung from the windows

“Avanti ragazzi di Buda/Avanti ragazzi di Pest/Studenti, braccianti, operai/Il sole non sorge più ad Est!”. Per il senatore leghista Claudio Barbaro sono questi versi de “Avanti ragazzi di Buda” la vera “espressione dei valori fondanti della Repubblica”. Non “Bella Ciao”. E ha presentato un disegno di legge insieme al collega leghista William De Vecchis per il riconoscimento della canzone. Un’iniziativa in risposta a quella proposta dai dem che vorrebbero che “Bella Ciao” fosse inserita nei programmi scolastici e riconosciuta come canto ufficiale dello Stato italiano.

“Avanti ragazzi di Buda” è un canto scritto da Pier Francesco Pingitore nel 1966. Il regista da sempre schierato per la destra scrisse il testo anticomunista ispirandosi allo scatenarsi della rivoluzione Ungherese del 1956 e della repressione da parte dell’Unione Sovietica. Viene cantata ancora oggi soprattutto negli ambienti della destra italiana – è stata intonata lo scorso anno anche dalla platea di Atreju, la festa della destra giovanile di Fratelli d’Italia, in onore dell’ospite Viktor Orbàn – e come coro negli stadi.

“È la libertà come valore super partes ciò a cui la nostra nazione deve aspirare per ritrovare una memoria condivisa – prosegue Barbaro – Questa nostra iniziativa va proprio in questa direzione. Mi auguro che possa avere la medesima sorte della proposta che ha portato all’istituzione della giornata in memoria dei martiri delle foibe”.

E ancora. “Il XX secolo è stato teatro di molti orrori in tutta Europa. Le due guerre mondiali e le crudeltà del comunismo hanno lasciato profonde ferite nel Vecchio Continente. In particolare la rivolta del popolo in Ungheria del 1956, è un evento che fa ormai parte dell’immaginario collettivo del nostro continente: è stata la prima crepa nella cortina di ferro; destinata a scuotere le coscienze”, spiega Barbaro.