“Sono mesi e mesi che mi sta facendo tutto e il contrario di tutto. Ho avuto messaggi, sia minacce di morte, ho avuto delinquenti sotto casa, ho ricevuto telefonate da delinquenti che mi intimavano di lasciare la signora”: con queste parole F. G., 54 anni, un facoltoso imprenditore della provincia di Bari, così come raccontano oggi diversi quotidiani, fra cui l Corsera, avrebbe riferito al giudice del Tribunale di Bari le presunte minacce da Gaetano Filograno, noto avvocato e docente universitario.
Filograno è stato, negli anni, intellettuale vicino al Movimento Cinque Stelle. Di lui si dice fosse molto amico di Luigi Di Maio. Negli ultimi tempi, è stato fatto il suo nome quale possibile esponente della società civile per la corsa a sindaco del centrodestra barese. Un’ambizione che rischia di sfumare, per Filograno, vista la complicata vicenda giudiziaria che lo vede ora imputato con l’accusa di aver ordito un complotto contro di F. G. per vendicarsi in questo modo della relazione che l’imprenditore aveva con sua moglie.
Il processo prenderà il via il 25 settembre, con rito abbreviato. Filograno è sotto accusa – insieme al collega avvocato Nicola Loprieno, consigliere comunale di centrosinistra in carica eletto con la lista “Decaro sindaco” – per cessione di sostanze stupefacenti. Con loro due è imputato anche una ex guardia di finanza, Enzo Cipolla, accusato di corruzione in atti giudiziari che ha tentato di patteggiare la pena senza ottenere però il consenso della Procura.
Secondo l’accusa, Filograno voleva danneggiare il rivale in amore, appunto il facoltoso imprenditore. Per ottenere questo risultato, avrebbe fatto in modo che nell’auto di F. G. venisse trovata un bel po’ di cocaina, per la precisione 26 grammi. L’imprenditore venne infatti arrestato e nel 2014 venne condotto dinanzi al giudice. Venne poi completamente scagionato. All’epoca l’arresto avvenne sulla base di segnalazione alla guardia di finanza di una fonte confidenziale.
L’imprenditore, però, avrebbe subito anche altre persecuzioni: telefonate da numeri anonimi, minacce affinché lasciasse cadere la relazione, minacce perfino a sua figlia, una bambina di 13 anni. F. G., nel corso dell’interrogatorio dinanzi al giudice, ha anche affermato di aver subito pedinamenti e citofonate notturne. Infine, sarebbe stato, come racconta lui stesso al giudice, avvicinato con tono minaccioso da Filograno stesso, mentre era a Riva dei Tessali, località turistica amata dalla Bari bene.
F. G. nel corso dell’interrogatorio dinanzi al giudice riferisce le presente persecuzioni subite e parla delle telefonate. «Mi hanno chiamato con un numero anonimo per due volte nella stessa giornata, mi hanno detto di sapere che ero un bravo ragazzo, di lasciar perdere questa storia altrimenti avrei avuto delle brutte conseguenze, oltre al fatto che sapevano che io ho una bambina di tredici anni e mi hanno detto di lasciar perdere questa cosa». L’imprenditore non parla solo di telefonate, ma dice anche di essere stato seguito. «Sotto casa mia pedinamenti sempre del Filograno. Poi dopo i pedinamenti siamo passati a citofonate notturne e in qualsiasi ora della giornata. Poi siamo passati alle minacce telefoniche. Poi siamo… È stato un crescendo», dice al giudice. “Mi prese per il braccio – racconta G. – e mi dice “ora hai rotto i c..smettila e sparisci”.
Una sorta di spy story in salsa barese, dunque, della quale, dopo il 25 settembre, sono attese altre evoluzioni.
