Economia
Bce, cauto ottimismo di Lagarde. La Fed conferma un altro taglio dei tassi ma c’è attesa per il dopo-Powell
Dopo gli attacchi di Trump, da Francoforte arriva una risposta muscolare
Il confronto atlantico si sposta dalle cancellerie di Stato ai campi della finanza e dell’economia. E così si sgonfia delle polemiche. Non oltre un anno fa, l’alleanza Usa-Ue era a prova di bomba. Oggi è una partita di ping-pong di cui ogni set è un’incognita. D’altra parte, le politiche economiche e monetarie dei due versanti dell’oceano sono interconnesse, a prescindere da provocazioni e opposte visioni del mondo.
Bce e Fed sono state le due protagoniste della giornata di ieri. La prima ha voluto sfoggiare un inatteso ottimismo per la nostra vecchia Europa. «L’economia dell’area euro sta andando meglio di quanto si temesse», ha detto la presidente dell’istituto di Francoforte, Christine Lagarde, intervenendo a un evento organizzato dal Financial Times. «Lo si vede che si tratti degli indicatori compositi, delle indagini sulle intenzioni delle imprese manifatturiere, o dei dati sull’occupazione ai minimi storici». La Numero 1 dei banchieri d’Europa ha tracciato un puntuale scenario di stabilità – con inflazione al 2% e con la proiezione a medio termine – e resilienza. «Quando sono entrati in vigore i dazi, quando l’incertezza è aumentata, quando la guerra imperversava – ha aggiunto Lagarde – tutti pensavano che la crescita nell’area euro sarebbe crollata. Questo non è accaduto. L’Europa ha resistito. Non c’è stata ritorsione sui dazi. L’euro non si è deprezzato come avremmo potuto prevedere». Per controbilanciare, Lagarde si è detta attendista sul discorso tassi. Le decisioni saranno comunicate il 17-18 di questo mese.
Viene da chiedersi se tanto entusiasmo non abbia anche un fine politico. Da venerdì scorso, l’Ue è stata bersaglio di un vero e proprio raid comunicativo. Peraltro a senso unico. Alle palle incatenate sparate dalla Casa Bianca, Bruxelles ha reagito alzando con indolenza un sopracciglio. A conferma di quanto detto. E cioè che l’Ue è un carrozzone burocratico, perfino incapace di rispondere al fuoco nemico. Ma appunto per confutare i mali d’Europa, nella stessa occasione ieri, la Lagarde ha aperto all’uso degli asset russi da parte dell’Unione. «Si tratta di un caso eccezionale che non nega la pretesa della Russia sui beni», ha spiegato. «Tuttavia, l’Ue deve spiegare il suo approccio e chiarire che non ricorre alla confisca dei beni statali semplicemente perché serve ai suoi interessi. La Bce non ha un ruolo diretto nel processo, ma abbiamo espresso la nostra preoccupazione per l’uso dei beni russi. Insistiamo sul fatto che qualsiasi soluzione debba rispettare il diritto internazionale. In caso contrario, la reputazione globale dell’euro potrebbe essere danneggiata».
Di fatto Francoforte non dà l’ok a Bruxelles. Ma non chiude nemmeno come invece si pensava fino alla scorsa settimana. È un modo per dire agli antieuropeisti che l’Europa c’è. Ha un’economia in salute e una struttura finanziaria solida al punto da permettersi un’azione muscolare con i soldi degli altri. E così si attraversa l’Atlantico. Il taglio di 25 punti base stabilito dalla Fed era atteso. Pur andando nella direzione di Trump, non allevia le pressioni sul debito, legato anche al fatto che il rendimento dei titoli a lungo termine sia tornato a salire. Da qui la previsione di effettuare una sola riduzione nel 2026. Al netto di chi sarà il successore di Powell. Sempre ieri, Trump ha avviato i colloqui finali. L’ex governatore Kevin Warsh è stato il primo a entrare nello Studio ovale. A seguire sarà la volta di Kevin Hassett, direttore del Consiglio economico nazionale, il favorito, dei governatori Christopher Waller e Michelle Bowman e, infine, di Rick Rieder, manager di BlackRock.
Basterà un volto nuovo alla Fed per dare più coerenza all’economia Usa?
Di fronte a un Pil robusto – le stime indicano 3% per l’ultimo quadrimestre di quest’anno – si ha un’inflazione della stessa portata, “stabile ma ostinata”, come viene definita in un report riservato che abbiamo potuto consultare. D’altra parte, si tratta di dati macro economici da prendere con le pinze. Lo shutdown del mese scorso ha provocato revisioni e ritardi, lasciando alla Fed una base informativa molto ridotta. L’incertezza si riversa sulla fiducia dei risparmiatori e si traduce in politica in risultati spiacevoli per Trump. Il primo si è avuto a Miami, che ha eletto a sindaco la dem Eileen Higgins. I repubblicani tremano al pensiero di poter perdere la Camera l’anno prossimo. L’eventualità bloccherebbe la capacità d’azione legislativa di Trump. “La finestra temporale per cambiare la percezione pubblica si restringe”, si legge ancora nel report. È plausibile che i Maga lo facciano presente al comandante in capo.
© Riproduzione riservata







