Quando andai a Little Rock per la prima elezione di Bill, conobbi sua madre, una sciroccata sciampista dai capelli color vinaccia che mi tirò per la giacca e mi chiese in gran segreto: «Ma è sicuro che il mio Bill ce la può fare? Ma è vero che è diventato such a big shot, un vero pezzo grosso?». Confermai con spudorata sicurezza e poi ballammo tutti insieme con Bill, Hillary, Al Gore che sarebbe diventato vicepresidente e sua moglie Tippy che era un bel peperino. Bill fece molti casini: mentì davanti al popolo americano negando i pompini di Monica Lewinsky facendosi incriminare per spergiuro e poi bombardò la Serbia facendosi prestare dall’Italia governata da Massimo D’Alema le basi aeree. No bueno, come sinistra. Però i due erano glamour, carini con tutti, tanto con D’Alema quanto con Berlusconi. Se non ricordiamo male, non c’è gran che d’altro nella sinistra americana recente. E di sicuro nessuno dei suoi epigoni si era dichiarato socialista o marxista. Ammiratore dichiarato del regime dei Castro. O con qualche nostalgia per la Repubblica dei Soviet che in fondo non era così male. Era nata una nuova generazione, i Millennial, i nipoti dei baby boomers (i pupi nati dopo il ritorno dei soldati della Seconda Guerra Mondiale) che non sanno niente del Sessantotto, sono indifferenti ai Kennedy e alle loro bravate o bravure, tutti impegnati nella nuova ideologia ecologica e del riscaldamento globale. Tutta un’altra storia. E forse Bernie ha fallito proprio perché non ha saputo fino in fondo diventare protagonista dell’altra storia, quella dei nuovi americani senza un genere predefinito, senza un colore di pelle predefinito, di orientamenti fluidi e nuovi, gente che vive su un nuovo pianeta e che cerca un altro tipo di leadership. Bernie è stato generoso e ha dato tutto se stesso con due campagne entusiasmanti: nella prima si era battuto come un leone contro la nomination di Hillary Clinton che odia a morte. Fallì allora e ha fallito la sua ultima battaglia, ma ha vinto l’Oscar alla carriera e quello per la novità, di una rivoluzione socialista nella patria del capitalismo e dello stock exchange, persa mentre un virus attacca più efficacemente di lui, più di quanto posa fare Biden, lo zazzeruto presidente Trump. L’America è così un nuovo uovo di Pasqua dalla sorpresa a sorpresa.
Bernie Sanders si ritira, tramonta il sogno socialista americano
