Il Pirellone diventa il laboratorio politico dove gli azzurri testano il possibile nuovo corso del partito. Da 6 a 10 consiglieri regionali in due anni: numeri che raccontano una strategia precisa condotta da Alessandro Sorte, coordinatore lombardo del partito, che guarda ben oltre i confini della Regione. L’ultima acquisizione ha il volto di Marisa Cesana, consigliera regionale che lascia Lombardia Ideale per approdare in Forza Italia. Un passaggio che non è solo numerico ma politico: il gruppo di Attilio Fontana perde pezzi mentre gli azzurri crescono. E Sorte non nasconde ambizioni e progetti: “Non escludo altri ingressi a breve nel nostro gruppo al Pirellone”.
La strategia è chiara e segue un percorso ben delineato. Esempio ne è Giuseppe Licata, eletto con Italia Viva, che nei mesi scorsi ha portato con sé il radicamento nell’area varesina e un appeal riformista che amplia il perimetro elettorale del partito. Jacopo Dozio e Ivan Rota avevano già seguito lo stesso percorso, abbandonando anche loro il gruppo nato dalla lista personale del governatore. Non sono semplici cambi di casacca, ma tasselli di un mosaico più ampio che punta a fare della Lombardia il punto di partenza per una nuova stagione nazionale di Forza Italia.
I numeri giocano a favore: 24mila iscritti in Lombardia, quasi il 10% alle europee, nuove sedi sul territorio. Ma è nella dialettica con gli alleati che si misura il vero peso politico. “I rimpasti non si chiedono tramite agenzie”, taglia corto Sorte quando gli si chiede di un possibile riassetto della Giunta Fontana. Traduzione: la forza acquisita va spesa al tavolo delle trattative, non sui giornali. E di potenziali spazi da conquistare ce ne sono. L’assessorato all’Ambiente di Giorgio Maione balla, dicono i bene informati, proprio perché espressione di quella Lombardia Ideale che sta perdendo pezzi. Barbara Mazzali, assessora al Turismo di Fratelli d’Italia, sarebbe “invisa a molti, in maggioranza”, si dice nei corridoi di Palazzo Lombardia. Scenari che potrebbero aprire spazi di manovra per un partito che da 6 consiglieri è passato a 10 e promette di crescere ancora. Nessuno vuole esporsi, ma quando si parla di rimpasto aleggia sempre nell’aria la Sanità, assessorato guidato da Guido Bertolaso, che farebbe gola soprattutto a Fratelli d’Italia. Fontana ha confermato la fiducia all’ex capo della Protezione Civile, ma in politica nulla è eterno. E FI, forte dei suoi numeri in crescita, potrebbe giocare un ruolo determinante negli equilibri futuri.
Ma la partita per gli azzurri è di più largo respiro. I congressi regionali di aprile 2026 rappresentano per Forza Italia un passaggio storico: per la prima volta, il partito si confronterà in quella sede eleggendo i suoi organi dirigenziali locali. “Finalmente anche i parlamentari dovranno dimostrare di aver coltivato e di poter portare un patrimonio di consenso sul territorio”, sussurra un dirigente, suggerendo che si tratta anche di un processo di revisione dei potenziali politici. Un processo di strutturazione che parte dalla Lombardia per poi essere esportato a livello nazionale, passando da Milano – dove le inchieste che scuotono il “modello Sala” hanno accelerato tutti i movimenti politici – per costruire un modello replicabile.
La strategia va letta in questa chiave: non una semplice raccolta di transfughi, ma la costruzione paziente di una classe dirigente radicata sul territorio, capace di intercettare l’area moderata e riformista che possa trovare casa nel centrodestra. Un’operazione che guarda al 2026 e oltre, quando il peso specifico acquisito in Lombardia potrà tradursi in maggiore influenza nelle scelte nazionali del partito e della coalizione. E intanto oggi Antonio Tajani è atteso a Milano per un possibile incontro con Marina e Pier Silvio Berlusconi.
