Con il Decreto Cura Italia, il Governo italiano ha stabilito che tutti i servizi di biglietteria non goduti nel periodo di lockdown potranno essere convertiti in voucher utilizzabili entro un anno in luogo della restituzione degli importi. Tale dispositivo, che per gli operatori aerei rappresenta un grande aiuto di sopravvivenza considerato il loro ruolo strategico per il Paese ed il turismo italiano, nel prevedere lo stesso tipo di soluzione anche per le emissioni di biglietti museali ha creato una situazione estrememente penalizzante per i tour operator che lavorano nell’incoming e particolarmente quelli che operano abitualmente sul Colosseo, costretti per la grandissima richiesta pre-crisi Covid-19 ad acquistare ingenti quantità di biglietteria a prezzo pieno, con grande anticipo sulle date di ingresso.
Tale situazione ha fatto sì che moltissime aziende, rilevantissime per l’apporto turistico alla città di Roma ed al nostro Paese, , siano state colte da una gravissima crisi di liquidità per effetto del blocco degli investimenti fino ad un anno di distanza e senza alcuna garanzia di poter utilizzare al meglio e senza perdite i vouchers di rimborso proposti. Infatti ancora non sono noti gli sviluppi futuri dell’emergenza internazionale e della ripresa dei collegamenti di aria, terra e mare che consentono ad i turisti stranieri di venire nelle nostre città, inoltre le nuove disposizioni sanitarie che saranno applicate alle fasi di riapertura, salvo nuovi lockdown poco auspicabili, non saranno certo assimilabili a quelle per cui gli operatori le avevano acquistate, rischiano così di non poter usare completamente vouchers già acquistati per gruppi di grandi dimensioni.
Secondo il Comitato dei Tour Operators di Roma, riuniti in un’unica voce per sollevare l’attenzione sul loro rischio di chiusura ed il potenziale licenziamento di numerosissimi dipendenti, nonchè la cessazione dei rapporti di lavoro con altrettanti numerosissimi collaboratori esterni, fanno presente che i tanto eclatanti interventi a supporto delle aziende che danno lavoro ed esportazione al nostro Paese sono per loro minimali ed anzi dannosi poichè il MIBACT, proprietario di molti monumenti tra cui il Colosseo stesso, con il meccanismo dei vouchers, di fatto, si finanzia sulle imprese mettendole in grave crisi di liquidità (solo il gruppo di operatori in questione ha investito sul Colosseo decine di milioni in biglietteria) e con una affrettata riapertura dei musei genererebbe solamente grandi perdite agli stessi, avendo preacquistato biglietti sino al 30 Giugno 2020 con evidente impossibilità di ricollocarli.
Per correggere tale situazione il Comitato dei Tour Operators di Roma, ove partecipano i più grandi operatori del settore incoming italiani ed esteri, ha richiesto in varie sedi e per vie legali il dovuto rimborso dei biglietti acquistati, peraltro già effettuati da tutte le strutture museali più importanti del mondo come i Musei Vaticani in primis, la Torre Eiffel, ed il Il Louvre in Francia, la Sagrada Familia di Barcellona e tantissimi altri, costringendo ad appesantire i ns operatori a rimborsi pieni ai loro clienti che hanno cancellato le prenotazioni perchè tali rimborsi sono previsti nei contratti internazionali di fornitura.
Gli operatori chiedono, non solo il rimborso dovuto e peraltro già effettuato in precedenza in varie occasioni prima dell’emergenza Covid-19 dalla stessa struttura museale, attraverso la concessionaria Coopculture srl, che gestisce il servizio di biglietteria, bensì anche la restituzione degli importi relativi ai biglietti acquistati nei mesi di Maggio e Giugno (qualora i Musei dovessero riaprire al pubblico prima), di fatto non collocabili sul mercato nelle condizioni internazionali attuali, prima di poter utilizzare aiuti previsti per le aziende che collaborano per una ripartenza più veloce possibile del prodotto turistico Italia ed il mantenimento dell’occupazione, poichè tali aiuti per la liquidità diventano un assurdo tecnico in conseguenza del meccanismo perverso con cui lo Stato prima si liquidizza a spese delle imprese rendendole illiquide, poi resosi conto del problema di liquidità le rifinanzia a debito per risolvere il problema di liquidità (facciamo presente che gli investimenti delle aziende spesso già avvengono con indebitamento per cui si creerebbe un doppio indebitamento ed un doppio costo di oneri passivi). Se tali legittime richieste di rimborso non verranno giustamente esaudite , sicuramente falliranno più operatori prima di prendere i finanziamenti prospettati ed avverranno numerosi licenziamenti immediati al termine del periodo di cassa integrazione straordinaria disposta per l’emergenza, sicuramente penalizzando il prodotto turistico Italia nella sua promozione ed il prodotto turistico facendo clamorosamente mancare l’effetto leva economica voluto e propagandato dal Governo italiano.
