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Aldo Cazzullo rilegge la Bibbia, la più grande storia di sempre

Giornalista e Docente - Milano
Aldo Cazzullo rilegge la Bibbia, la più grande storia di sempre

Uno dei verbi latini più belli è “tradere“, ovvero affidare le proprie “sostanze”, fare un passaggio di consegne tra generazioni, affidare la propria eredità ai figli. Dalla radice latina, in italiano parliamo di “tradizione” quando i padri consegnano ai figli il deposito delle loro ricchezze materiali e spirituali. È da qui che dobbiamo partire per comprendere la passione che ha spinto Aldo Cazzullo a scrivere il suo nuovo libro, “Il Dio dei nostri padri. Il grande romanzo della Bibbia”, edito da HarperCollins, dedicato alla più grande storia mai raccontata: quella Bibbia che Northrop Frye ha definito “the great code”, il grande codice religioso, simbolico, culturale e artistico dell’Occidente, da cui sono nate e vivono tutt’oggi le grandi fedi monoteistiche (ebraismo, cristianesimo e islam).

Dicevamo della tradizione, della consegna: proprio al capezzale del padre, Aldo Cazzullo riscopre le Scritture, leggendole nel breve tempo – due mesi – di vicinanza e di viatico verso gli ultimi istanti dell’esistenza di suo padre, che lo saluta con un arrivederci e la “consegna” di una verità possibile solo con gli occhi della fede: “Aldo, l’aldilà esiste… non sono sicuro però ne sono convinto!”. A quel punto, l’autore si sente parte di un filo che collega le generazioni (il nonno Lorenzo, il padre e lui), vissute sotto lo sguardo di Dio e, probabilmente, si è sentito chiamato a capire – addentrandosi nelle pagine della Bibbia – il segreto di quell’essere “fratelli tutti” (per citare l’enciclica di Papa Francesco), fratelli e sorelle uniti da un amore che va oltre il sangue familiare, un rapporto che supera le barriere della geografia e dello spazio. La Bibbia, riletta da Cazzullo, si trasforma in un viaggio di ricerca personale, un tentativo di ritrovare non soltanto Dio, ma anche una parte di sé e delle proprie radici. 

La Bibbia, scrive Cazzullo, è il libro da cui discendiamo tutti: nelle sue storie leggiamo la nostra storia attraverso, semplificando senza presunzione di esaustività, due traiettorie.

La prima è quella verticale, che unisce i cieli alla terra, quando Dio, emettendo la parola, crea tutte le cose, vedendo il mondo (e soprattutto l’uomo a Sua immagine e somiglianza) cosa buona. Da quel “in principio” prende vita una storia mai interrotta di dialogo appassionato e tormentato, che percorre la storia dei patriarchi Abramo, Isacco e Giacobbe passando per Mosè e del suo popolo Israele in esodo dalla schiavitù verso il Sinai tra alleanze reiterate e momenti di caduta e tradimento verso altri idoli.  Tuttavia, c’è sempre uno spazio aperto, una porta socchiusa in cui Dio aspetta e riabbraccia – nel segno dell’arcobaleno – i suoi figli. Il patto del Padre verso i figli, che mai si spezzerà, troverà il suo culmine nel Figlio per eccellenza, quel Gesù che mette sul piatto della storia persino la sua stessa vita affinché l’alleanza si consumi definitivamente ed eternamente.

Leggendo il libro, si può percorrere anche una seconda linea orizzontale per scoprire la variegata umanità presente nelle storie narrate in cui nulla della vicenda umana viene censurato, soprattutto i lati oscuri di uomini e popoli: uccisioni, molestie, menzogne, ma anche astuzie, strategie belliche, passioni erotiche e slanci di amicizia. Le viscere dei sentimenti umani danno impulso a comportamenti che cambiano gli scenari delle vicende narrate lungo l’Antico e il Nuovo Testamento. La Bibbia, concordo con l’autore, è un mondo in cui rileggere tutti i paradossi dell’umanità, positivi e negativi. Cazzullo è,infatti, abile nel ricondurre storie antiche a tematiche contemporanee, come il confronto fra religioni, l’eguaglianza fra gli uomini e l’imperativo della giustizia. E nella frase: “Siamo tutti uguali davanti a Dio”, ovvero un richiamo alla forza rivoluzionaria del messaggio biblico, che si oppone a ogni forma di discriminazione, l’’autore enfatizza anche l’invito a riconoscere l’immagine divina nel volto dell’altro, persino nei nemici, e a considerare l’amore come una forza trasformatrice e radicale, che supera ogni logica di vendetta o sopraffazione. Attraverso questo approccio, la Bibbia diventa non solo un testo religioso, ma una fonte di riflessione civile, uno strumento per comprendere l’umanità e promuovere la dignità di ciascuno.

La riflessione quindi si sviluppa anche come una critica alla strumentalizzazione del nome di Dio a fini politici o ideologici, tema di estrema attualità quando le terre narrate nelle Scritture sono teatro di uno scontro politico, etnico e teologico. In un Medio Oriente in cui si vorrebbe escludere un popolo a favore di un altro, la Bibbia impone un esame di coscienza e un ritorno a fare di Gerusalemme la città che include, il monte a cui tutte (non alcune) le nazioni guardano e salgono per cantare le lodi all’unico Padre, quel Dio che, dice il Salmo 28, “benedice il suo popolo nella pace”. In questo senso, la Bibbia è vista anche come un monito, un invito a ritornare all’essenza di un messaggio di amore e di pace, un messaggio che Cazzullo crede possa avere ancora oggi una risonanza profonda in un mondo attraversato da conflitti e divisioni.

Un’ultima considerazione sull’autore, prendendo spunto dalla folgorante intuizione di Gregorio Magno secondo cui “Scriptura crescit cum legente”, ossia la Bibbia “cresce con chi la legge”, aprendo gli occhi a chi si accosta alle sue pagine vibranti. Solo un bravo intervistatore – e per me uno dei migliori oggi in Italia – come Aldo Cazzullo poteva avere la postura del lettore che diventa narratore, capace di accostarsi alla Bibbia senza risposte granitiche, ma ponendo le giuste domande, avendo più punti interrogativi che esclamativi. Essere recettivi e lasciare sempre uno spazio critico è il modo migliore per compiere il viaggio dell’esistenza, per poi stupirsi di quanto essa sia bella da vivere.

E qui Cazzullo, figlio che legge la storia dei padri, in qualche modo intervista la Bibbia. E lascia che sia essa stessa a parlarci. 

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