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Dal Bacio Perugina alla capra, i percorsi tortuosi del made in Italy

Dal Bacio Perugina alla capra, i percorsi tortuosi del made in Italy

È sempre divertente approfondire le storie degli imprenditori del made in Italy. Sono piene di esperienze diverse. Solo qualche esempio. Enzo Ferrari è stato un meccanico, un collaudatore, un pilota, uno dei fondatori del Corriere dello Sport e, ovviamente, il fondatore della leggendaria Scuderia Ferrari. Luisa Spagnoli inventa il famoso Bacio Perugina e mette in piedi uno stabilimento per la creazione di capi in angora di coniglio. Gli animali non vengono uccisi né tosati, ma accuratamente pettinati per raccogliere il pelo necessario alla confezione dei capi. Adriano Olivetti, che era anche uno scrittore, trasforma l’azienda di famiglia in un modello di innovazione e attenzione al benessere dei lavoratori. Dal suo punto di vista, i dipendenti non dovevano solo lavorare, ma anche trovare occasioni di crescita culturale e di solidarietà sociale. Un modello ancora oggi studiato in tutto il mondo.

Per la testata PRIMOPIANOSCALAc di Telos A&S abbiamo intervistato un giovane imprenditore che ha avuto anche lui un percorso non esattamente lineare. Nicola Brighi parte da una laurea in Lettere per poi scegliere di lavorare nell’azienda di serramenti di famiglia. La pandemia e il conseguente isolamento lo portano a ripensare al suo percorso professionale. Insieme al fratello Lorenzo, un musicista, decide di aprire Il Satiro, un’azienda che produce formaggi di capra che diventa presidio Slow Food.

Solo passione? Ovviamente no. Ci vuole anche un’attenta analisi del mercato. Nonostante rappresenti una piccola percentuale del settore lattiero-caseario, il latte di capra sta guadagnando una certa popolarità grazie alle sue proprietà nutrizionali e alla maggiore digeribilità rispetto al latte vaccino.

“L’animale che ci è apparso come il più simile a noi è stata proprio la capra. Un essere curioso e ribelle, difficilmente domabile, che sa stare in gregge, ma a differenza della pecora, ha una sua testarda personalità… ed è incredibilmente affettuoso, sensibile e intelligente: rappresenta la spinta direi ‘rivoluzionaria’ che ci ha mosso per il progetto” commenta Brighi nell’intervista.

Mi capita qualche volte che amici mi mandino i loro figli che devono scegliere cosa fare dopo le scuole superiori. Sono combattuti tra lo studiare qualcosa di “utile” e qualcosa che a loro piace. Mi rendo conto della difficoltà di prendere questa decisione a cuor leggero. Penso però che l’unico criterio sia quello di orientarsi verso un percorso culturale solido. Poi la vita porterà verso scelte che non sempre è possibile immaginare. Infatti, nel prossimo futuro nasceranno lavori che oggi non esistono. Oppure acquisiranno una nuova modernità mestieri che richiamano l’antica Grecia, come la produzione di formaggi. E poi, una buona intuizione imprenditoriale non è detto che arrivi da un economista. Può arrivare da un letterato e un musicista.

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