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Di cosa parliamo quando parliamo di droni

Di cosa parliamo quando parliamo di droni

Un mese fa abbiamo guardato con ammirazione lo spettacolo dei 3 mila droni a San Pietro, che hanno trasformato il cielo notturno in un affresco di Michelangelo. Dietro a quello spettacolo c’era Kimbal Musk, fratello del più famoso Elon, e amministratore dell’azienda Nova Sky Stories. Il grande merito dell’esibizione è stato quello di aver portato la nostra attenzione su un uso pacifico e artistico di una tecnologia che, negli ultimi tempi, abbiamo troppo spesso associato alla guerra e alla morte.

Ma oltre ai fini artistici e bellici, il mercato professionale dei velivoli telecomandati è in forte ascesa. Non solo nel mondo, ma anche nel nostro Paese. Da una ricerca dell’Osservatorio Droni e Mobilità Aerea Avanzata del Politecnico di Milano emerge che, nel 2024, il settore si è attestato su un valore di 160 milioni di euro e ha registrato un incremento del 10% rispetto all’anno precedente. Gli operatori del settore stimano inoltre che ci sarà un’ulteriore crescita nei prossimi tre anni. Per la testata PRIMOPIANOSCALAc di Telos A&S, abbiamo affrontato il tema con Alessandra Bruni, presidente del Consiglio di Amministrazione di ENAV Spa e della Fondazione ENAV–ETS.

Le potenzialità di questo settore sono enormi sul piano dello sviluppo della mobilità sostenibile ma anche in termini di nuove opportunità di business (e di creazione di nuovi posti di lavoro): basti pensare al trasporto di persone, merci e materiale biomedicale, o ancora all’ispezione e mappatura di aree ed infrastrutture o al supporto all’agricoltura. Il Gruppo ENAV è all’avanguardia nel settore ed è stato il primo in Europa, e attualmente l’unico in Italia, ad aver ottenuto la certificazione quale service provider per la fornitura di servizi comuni di informazione per tutte le parti coinvolte nel traffico dei droni” ha sottolineato Bruni. Per ora il 96% del mercato dei droni per uso aziendale e pubblico è trainato dall’Aerial Operations, dedicato alle ispezioni di linee elettriche o di monitoraggio del territorio. Ma in futuro le applicazioni saranno sempre più ampie.

Sui giornali e nel web mi imbatto spesso in articoli che mettono in evidenza come le nuove generazioni faranno lavori che oggi non esistono. Ho ragione di pensare che questa tecnologia avrà bisogno di professionalità che oggi sono solo parzialmente immaginabili. E non solo nel settore ingegneristico. Da laureata e appassionata in storia dell’arte mi fa sorridere pensare che c’è un coreografo che fa danzare i droni nei cieli del Vaticano. Ma, da lobbista, mi fa ancora più sorridere immaginare la valanga di autorizzazioni necessarie per far volare i piccoli velivoli in una delle no fly zone più importanti e famose del mondo. Per i giovani che si affacciano al mondo del lavoro, ci sarà sempre qualcosa da fare e da inventare.

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